Spingendo La Paura Più In Qua

Pubblicato da Blicero il 6.11.2010

Messi di fronte alla realtà, gli americani hanno scelto la Paura ancora una volta.

Il 2 novembre i repubblicani hanno conquistato la Camera (decisivi i Tea Party), mentre al Senato i democratici sono in vantaggio di una manciata di seggi. Obama ha fatto un po’ come Batman in “The Dark Knight”: si è assunto delle responsabilità che non aveva per cercare di salvare la baracca, e ha già teso la mano ai vincitori per collaborare – una mano che verrà quasi sicuramente sbranata dalle fauci onnivore e lucidate in anni di rancore e invidia da quest’ultimi…E tuttavia, non sempre la Paura vince. Il 30 ottobre, infatti, al “Rally to restore Sanity and/or Fear” aveva simbolicamente vinto la Sanità.

Organizzata dai comedian Jon Stewart e Stephen Colbert, la manifestazione satirica ha visto la partecipazione di più di 200mila persone, tutte radunate nella storica piazza del National Mall a Washington – la stessa che 40 anni fa aveva ospitato il discorso del Reverendo Martin Luther King e recentissimamente i deliri di Glenn Beck e della destra reazionaria e guerrafondaia di Fox News. Cosa è andato storto, quindi? Niente. Non è colpa di Stewart o Colbert, sia chiaro: il loro ruolo è quello dei buffoni, cioè quello di combattere la battaglia fingendo di non essere in battaglia, ma solamente facendosi quattro risate.

Il punto è che l’intera manifestazione, essendo una contro o anti-manifestazione, è finita per essere l’ostinata dimostrazione della propria non stupidità, a differenze di quella immensa degli avversari. L’intero programma di Stewart, il Daily Show, è una presa per il culo dei media contemporanei – “Guarda come sono stupidi gli altri! Noi, ecco, non lo siamo per niente”. La stessa cosa è successa al National Mall: nessuna ideologia, solo una leggera patina di liberalismo, niente proposte, appelli al buon senso, alla decenza, il tutto contornato da musica, jokes, pomposità liberal…Il Rally ha catturato perfettamente il sogno di una generazione ormai cinica e disillusa che ha visto le sue speranze e aspirazioni sistematicamente fatte a pezzi da un sistema schizzato fuori sesto: il sogno di essere al di sopra delle parti, il sogno di non sembrare stupidi e di non essere presi in giro. Tanto basta, per credere di aver fatto il proprio dovere (o candidarsi al comune della tua città con il “Movimento a 5 stelle”).

È per questo che c’è così tanta rabbia e delusione intorno ad Obama, perché per la prima volta i liberal del Daily Show & co. si sono esposti così tanto da essere ridicolizzati per la loro scelta di campo, una volta riconosciuto che Obama non era il Messia o il Figlio di Dio sceso sulla terra per la seconda volta per risanare il debito pubblico e vincere la guerra in Afghanistan. E come detto da Stewart nel suo ecumenico discorso finale: “Sappiamo istintivamente, come persone, che dobbiamo lavorare insieme se vogliamo uscire dalle tenebre e tornare a vedere la luce. E la verità è che ci saranno sempre le tenebre. E che qualche volta la luce alla fine del tunnel non è la Terra Promessa. A volte, è solamente il New Jersey”.

O una Camera piena di repubblicani incazzati. E così più stupidi di Noi.

(Pubblicato anche su 3D, inserto settimanale di Terra)

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Drop the Hate / Commenti (5)

#1

Nicola
Rilasciato il 06.11.10

Vorrei vedere te a non avere paura in un paese dove 1 persona su 8 vive con i “Food stamp”, un paese dove il governo con i soldi dei cittadini salva le banche e la banca centrale si prepara a stampare dal nulla 800 miliardi di dollari per parare il culo alle banche. Anzi mi sorprende con tutte le armi che circolano che non si sia fatto fuori un inetto come Mr Obama che ride e balla in tv

#2

effe
Rilasciato il 07.11.10

Non condivido la tua analisi sul Rally to restore Sanity.
Lo spirito della manifestazione in verità era una cosa tipo: hey, diamoci tutti una calmata e abbassiamo i toni, lasciamo che il dibattito civile torni a prendere il posto della propaganda urlata.
Inoltre sarebbe stato onesto segnalare che pochi giorni prima Jon Stewart aveva intervistato Mr. Obama in tv senza risparmiagli sonore bastonate.
(cfr: http://blog.ilmanifesto.it/losangelista/2010/10/29/1376/
Altro che Vespa, altro che Fazio!
Poi sì, è vero, i partecipanti al rally altri non erano che aristofichetti liberal, intellettuali scoppiati e hippies nostalgici ma comunque lontani anni luce dai voltastomachevoli grillini o dal criptodipietrismo del popolo viola, colore che – ma non lo dice mai nessuno?- porta una sfiga poderosa.
Peace.

#3

blicero
Rilasciato il 07.11.10

Non ho mai paragonato i partecipanti al rally ai grillini, ci mancherebbe altro. Per ragioni di spazio, anzi, non sono riuscito a criticare questo assurdo accostamento fatto dalla maggior parte della stampa italiana, senza alcun motivo apparente se non quello della pigrizia: “oh, un comico fa una manifestazione? Abbeppegrillo! I manifestanti? Grillini d’America! Che acuti che siamo!”

#4

effe
Rilasciato il 07.11.10

Prendo atto.
Pensavo che la frase “candidarsi al comune della tua città con il movimento a 5 stelle” fosse da interpretarsi in questa direzione.
Amici come prima.

#5

la Volpe
Rilasciato il 09.11.10

E appare nei commenti l’irresistibile tentazione di stampare un bel numero seriale virtuale sulla fronte delle persone in base alla loro appartenenza politica, come se già non ci pensassero a sufficienza da sole.

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