Mani Pulite: La Loggia Non Perdona

Pubblicato da Blicero il 7.02.2013

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A quasi ventun anni di distanza dall’arresto del «mariuolo» Mario Chiesa, la memoria collettiva su Tangentopoli e Mani Pulite non potrebbe essere più divisa. C’è chi ritiene quella stagione «una deriva politica della magistratura», «una falsa Rivoluzione» o direttamente «un colpo di stato mediatico-giudiziario, costruito inizialmente a tavolino»; e chi invece pensa che quell’inchiesta sia stata «una speranza per Milano e tutta l’Italia».

Tuttavia – a parte pochissimi esempi – Tangentopoli non è mai riuscita a uscire dal campo della strumentalizzazione politica ed entrare in quello della cultura popolare. Per colmare questo ingombrante vuoto, un gruppo di rapper (i Mani Pulite Crew) si è calato nei doppiopetti di Craxi, Sindona, Bisignagni, Gelli & co., ha inforcato gli occhiali del Pentapartito, indossato il grembiulino, depistato le indagini, riempito la valigetta di denaro sporco e si è messo a raccontare uno dei periodi più drammatici della nostra storia contemporanea dalla prospettiva dei corrotti.

(Il primo video dei Mani Pulite: “Segreti Massonici”.)

Per capirne di più sono andato nell’ufficio di Benedetto “B.O.B.O.” Cracksy in piazza Duomo. L’intervista che potete leggere qui sotto è la contropartita del 10% di un appalto pubblico miliardario e di diverse buste gialle appoggiate sulla scrivania.

D. La prima domanda mi è stata suggerita dal Sifar: com’è nato il progetto Mani Pulite? Perché raccontare gli avvisi di garanzia con l’hip hop?

R. Tutto è nato da un’idea di B.o.b.o Cracksy e Tony Di Pietra nel 2002. Dopo anni di esilio imposto da una magistratura deviata e golpista, esattamente nel 2012, B.o.b.o ha radunato l’intera banda. Il giorno in cui ci siamo rivisti non le diciamo cosa è successo… Scegliendo l’Hip Hop sapevamo di andare a colpo sicuro. Puntammo parecchio sul progetto “Rapture”. Quando Blondie raggiunse la cima delle classifiche USA capimmo che sarebbe diventato un efficace mezzo di controllo delle masse.

In “Segreti Massonici” abbiamo anche nominato alcuni colleghi ritardati, maestri della disinformazione d’oltreoceano, da noi finanziati.

D. Con questo LP puntate a disvelare – attraverso la musica – gli arcana imperii della storia italiana recente oppure contate di reclutare adepti e proseguire nella nobile arte del golpismo?

R. Il piano rimarrà sempre quello di far crollare stati, sistemi e società. Siamo nel 2013 e i tempi sono maturi per sdoganare anche il più sacro dei tabù. I nostri sono segreti di Pulcinella, suvvia.

I Bussanti alla nostra porta sono parecchi, ma pochi sono degni di diventare confratelli.

Approfittiamo dello spazio per annunciare l’ingresso in loggia di due nuovi vecchi fratelli, ChèLiaco De Mithra & Sir Ino Poe Micino.

D. Scandali bancari, bancarotte fraudolente, banchieri massoni, fondi neri, falsi in bilancio, commistione affari/politica, P3 & P4, corruzione dilagante, debito pubblico alle stelle, speculazione edilizia fuori controllo, magistrati che si buttano in politica, latitanze eccellenti, Paolo Cirino Pomicino che scrive editoriali a getto continuo, Massimo Carminati (Nar & Magliana) che è diventato il “Re di Roma”, Bisignani in carcere, Giulio Andreotti ancora vivo. Aiutatemi a capire una cosa: siamo nel 2013 o nel 1992?

R. Innanzitutto si sciacqui la bocca quando parla di Poe Micino, Busy e Julio. Su di loro avete buttato già abbastanza fango. Siamo tornati dopo parecchi anni e abbiamo ritrovato gli stessi amici e soci di un tempo. Non è cambiato nulla, la storia si ripete. Questo è il nuovo Medioevo.

D. Personalmente ho molta nostalgia della bavetta di Forlani, dell’Iri, dei pirati d’industria alla Gardini, del fruscio delle banconote negli uffici milanesi, delle spericolate architetture finanziarie di Roberto Calvi e dei caffè di Sindona. Qual è la cosa che vi manca di più del periodo di Tangentopoli?

R. Lei ha citato persone e fatti che al solo ricordo riescono quasi a commuoverci, ma la quantità di f**a che avevamo sottomano al tempo, non è rimpiazzabile con nessuna delle malefatte compiute in anni di onorata carriera. Ai mariuoli di adesso manca la nostra classe.

(Il secondo video dei Mani Pulite: “Bussanti”.)

D. Paolo Brosio è passato dallo scrivere 900 giorni sul marciapiede. Avventure e disavventure di un inviato a Tangentopoli a Nella terra delle meraviglie – A Medjugorje la Madonna scende in campo. Credete esista qualcuno che, più di Paolo Brosio, sia in grado d’incarnare i devastanti effetti collaterali di Mani Pulite sulla psiche italiana?

R. Sicuramente Tony Di Pietra.************

D. Ristabilire la verità storica è indispensabile: prima del vostro album, quell’epoca d’oro venne messa in musica cosìun menehito magistrocratico ritmato dalle monetine lanciate fuori dall’Hotel Raphael. Che ruolo ha Tony Di Pietra nella Mani Pulite Crew?

R. Tony è camaleontico. nonostante il suo grado di resistenza all’Mk-Ultra sia elevato, dopo anni ha dovuto cedere. Non deve essere stato semplice essere magistrato, agente segreto e politico contemporaneamente. ***********************

D. La scorsa settimana è uscita la sentenza della Cassazione sul caso Ustica. Dopo cedimenti strutturali, bombe nei bagni dell’aereo, Mig libici e morti irrisolte, sembra che alla fine sia stato un missile. Avanti, forza: chi di voi ha buttato giù il Dc9?

R. No comment.

D. Per un certo periodo, Massimo Ciancimino era diventato una specie di santino antimafia. Una simile circostanza non ha spezzato il cuore a Don Vito Jangymeeno? Voglio dire: passi una vita a saccheggiare Palermo, a trescare con Bontade e Provenzano e alla fine ti ritrovi il figlio da Santoro a pontificare di trattative Stato-Mafia.  

R. Don Vito ha semplicemente detto che non tutte le ciambelle escono col buco. È laconico a riguardo.

Mani Pulite Crew

D. Quante state godendo del fatto che il vostro arci-nemico Di Pietro in queste elezioni correrà con Ingroia in una coalizione in cui le liste sono state compilate seguendo pedissequamente la gloriosa tradizione del Manuale Cencelli?

R. La vediamo informato. Il manuale è inesistente, viene tramandato oralmente di legislatura in legislatura. Di Pietra nostro nemico? Ahahahahah! Purtroppo l’Ing. Roja [Ingroia, nda] ha deciso di tornare dal centro America, territori a noi ben noti… doveva rimanerci! Siamo stati costretti ad affiancagli il nostro confratello Tony e accompagnarlo verso la pensione.

D. Siamo in pieno periodo elettorale. All’inizio di gennaio Licio Gelli, scrutando il panorama fuori da Willa Wanda, dichiarava sibillino: «Sono nel mio studio, vedo il cielo molto buio. E’ scuro. Molto. Anche se ci sono i monti. Oltre i monti, però, bisogna vedere quello che ci sarà…». Poi ha aggiunto un’invocazione: «Manca all’Italia un uomo forte, con delle idee. Un uomo che prometta poco e mantenga molto». Insomma, cosa propone la Mani Pulite Crew per risolvere i problemi di questo Paese?

R. Ma Leech O’ Jelly si riferiva chiaramente alla Mani Pulite Crew. Il nostro compito è creare problemi per poi risolverli. A modo nostro.

D. Non vi viene da sorridere teneramente quando vedete gli intrecci tra ghetto e potere in The Wire rispetto alla sofisticata sontuosità delle trame della strategia della tensione italiana?

R. Noi non guardiamo la televisione. Noi facciamo la Televisione. Nulla comunque è paragonabile a quel che accade nel vecchio continente. Qui i ghetti esistono da prima.

(Il terzo video dei Mani Pulite: “Cattedrali nel deserto”.)

D. Il potere logora, si sa. In uno studio recente, il politologo Robert Gilbert ha messo in evidenza come 25 presidenti americani su 36 siano morti con largo anticipo sull’aspettativa di vita del periodo in cui hanno servito la Patria. Come cazzo è possibile che voi, da morti, riusciate ancora a influenzare il corso della Storia?

R. La morte non esiste. La materia non sparisce. Si trasforma. Semper Aeternum.

D. Prima di salutarci fraternamente, descrivete questa foto con un semplice aggettivo.

R. No comment.

Dopo aver scambiato le cazzuole con i membri della Crew, esco dall’ufficio di Cracksy visibilmente soddisfatto e rincuorato. Faccio un salto a piazza Fontana, appoggio la valigetta per terra e mi convinco di questa cosa: se è vero, come diceva Francesco Cossiga, che la politica è «una droga che non prevede disintossicazioni», allora il progetto Mani Pulite è una raffinatissima botta di satira politica tagliata con i più scabrosi scandali italiani.

Masso-Copertina dell'album

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