#OccupyIsernia: We’re ‘Na Freca Di Gente

Pubblicato da Blicero il 2.05.2012

Il giorno del mio arrivo a Isernia sono riuscito a fare poco, a parte cercare di recuperare munizioni a Metro 2033. La stanchezza del viaggio offerto da Trenitalia – dopo tre giorni al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia (ringrazio ancora i rifugiati politici tunisini che mi hanno ospitato) – non mi ha permesso di andare oltre a Piazza della Repubblica, vicino al negozio di telefonia Vodafone. Qui incontro Gerri, originario di Duronia. È un brezneviano d’antan, ha figlia e moglie (che sono la stessa persona) e fa parte di #OccupyIsernia. Lo osservo mentre sfonda le Adidas con la sua pinguetudine e, per non subire il suo carismatico e sintomatico mistero, faccio il punto della situazione sul crowdfunding che mi ha permesso di essere qui – 20€, una boccia di Negroni dozzinale, tabacco e tre Mars, di cui uno scaduto.

Non conoscevo l’esistenza di questo progetto, devo essere sincero. In realtà avrei voluto seguire la rivolta dei pescatori Starálfur di Finlandia, ma ho sbagliato verso dell’autostop, ritrovandomi così in una città che sembra il set di un film di Renzo Martinelli finanziato da un becchino di Tiziano Sclavi. Scorgo una scritta carica di cattivi presagi su un muro, uno schizzo irregolare di spray nerastro che squarcia il pallore medievale: “Sbirri assassini”. Non capisco, nel vocabolario ArabSpring-Italiano non ci sono questi lemmi. Poco male: mi bagno le labbra con il Negroni e vendo tabacco a un lavavetri per lavarmi i capelli col sapone.

La copertura della rete è a dir poco ugandese. Quella cosa che il modem portatile a 56k va fortissimo in Molise, infatti, è una leggenda metropolitana. Bestemmio a 33.6kb/s per qualche minuto, poi comincio a osservare le persone di #OccupyIsernia, quelle che si fermano a ascoltare i canti, le poesie, le minacce di morte e i cori limacciosi del Blocco Pensionati Abruzzese, già conosciuto alle Forze dell’Ordine per gli scontri del 17 febbraio a Pizzone. Mi metto di fronte alla statua di Pietro Cascella – l’artista che ha costruito il mausoleo di Abberluscone – a sgranocchiare un Mars, mentre un vigile urbano in tenuta antisommossa mi chiede se ho intenzione di scattare foto e parlare con qualcuno. “È inutile che usi Google Translate, giovane – mi apostrofa l’agente con piglio paternalista – non c’è alcuna funzione per tradurre il dialetto molisano”. Shit, direbbero i radical americani.

Poi mi sposto in piazza Andrea d’Isernia. Arrivarci è stata un’impresa, dato che il mio Google Maps ha solo le mappe di Misurata, Tunisi e Oakland. In compenso spunta un bottiglione di Braulio nello zaino1. Essere in quella piazza, a ogni modo, non è per nulla emozionante: c’è talmente tanta poca gente che il numero degli #Occupyers è stimabile nell’1% del 99% della popolazione locale. Alcuni tentano di avvolgersi in cartoni e giornali per affrontare la tempestuosa notte anarco-capitalista, altri provano a dissuadere il Blocco abruzzese dallo sfondare la vetrata dell’unico bar della zona. Alla fine interviene la polizia, che disperde i facinorosi a colpi di manganellate sulle dentiere e operando poderosi tagli sulle pensioni. Ho l’alito pesante, ma truth will out.

Ritorno in piazza della Repubblica, claudicante e provato dai discorsi sul peak oil/fonti rinnovabili. Arriva la notizia che Andy Carvin sta seguendo la manifestazione sul suo lussuoso elicottero virtuale, direttamente da Washington D.C. In lontananza sale il canto ribelle, lo slogan di battaglia: We’re ‘na freca di gente… Provo miseramente a montare una tenda in mezzo alla strada, ma nel manuale #M15-Indignados c’è scritto come rovesciare il neoliberismo, non come piantare un cazzo di picchetto. Opto per una soluzione borghese: un meublè a ore in cui passare la nottata con una sosia di Nadia Macrì, tra discussioni sui Fratelli Musulmani e jet privati che portano hashish in giro per l’Europa.

Per il resto, non si sa se e quando finiranno quei tafferugli che hanno contrapposto i rivoltosi del ghetto cinese contro gli anarco-peluchisti, causati da oggettivi e difficilmente superabili problemi ideologici e alimentari. Non si sa se il movimento sarà affossato dalle lotte intestine o da interventi esterni: si vocifera addirittura di gruppi scout deviati in grado di sfruttare la transumanza per spostarsi indisturbati2. L’unica certezza è che Isernia non potrà mai essere più quella di prima, e che molto probabilmente l’eco di quanto avvenuto si sentirà molto, molto lontano, fino a sfidare le Colonne d’Ercole del vicentino.

(Scritto a tre mani con Matteo Platone.)

(Manifesto: Marco Tonus.)

Rassegna Stampa

Edit (04/05/2012): qui di seguito tutti gli articoli usciti sull’affaire #OccupyIsernia.

AgoraVox: “Che cos’è #OccupyIsernia. Il Molise che (r)esiste

Valigia Blu3: “#occupyIsernia: né bufala né trolling. Parodia di una protesta 2.0

Lettera43.it: “Epidemia #OccupyIsernia

Wired.it: “#OccupyIsernia: la città è occupata su Twitter

Panorama.it: “TwittGì: #OccupyIsernia, la finta protesta che diventa Top Trend”

La Stampa/1: “#OccupyIsernia, hashtag mania su Twitter

La Stampa/2: “#OccupyIsernia La Parodia di una protesta 2.0

Primonumero.it: “Caparezza Show: T-Shirt con ‘Occupy Isernia’, ma è un falso

Ilnuovomolise.it: “Occupy Isernia. Quando con un tweet si conquista il mondo

  1. Misteri del crowdfunding. []
  2. La famosa tattica del black goat. []
  3. Con mia intervista. []

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Drop the Hate / Commenti (6)

#1

balco pollon
Rilasciato il 02.05.12

L’unica certezza è che Isernia non potrà mai essere più quella di prima, e che molto probabilmente l’eco di quanto avvenuto si sentirà molto, molto lontano, fino a sfidare le Colonne d’Ercole del vicentino. e oltre, aggiungerei, sta diventando la sola eco del futuro

#2

lucia Trivellini
Rilasciato il 03.05.12

Credo che l’unico pezzo di Isernia incontaminato, puro e sempre uguale nel tempo, sia la mia casa di Isernia che mi accoglie ogni volta che ritorno lì come fosse un tempio sacro. Aspettami mia bella Isernia che domani arrivo!!!!

#3

mi
Rilasciato il 05.05.12

Occhio, mi sa che ti stai piacendo troppo… Baricco ti dice niente?

#4

Luca
Rilasciato il 15.05.12

Tutto verosimile tranne il braulio. Quello lo bevo solo io.

#5

#occupyIsernia: né bufala né trolling. Parodia di una protesta 2.0 | Valigia Blu
Rilasciato il 22.08.12

[…] succedendo a Isernia…. L’ho infine aiutato nello scrivere il post di fanta-giornalismo #occupyIsernia: we’re ‘na freca di gente, perché un braccio fratturato gli crea problemi nello scrivere, a parte i Tweet di rivoluzioni […]

#6

Twitter non è una macchina della verità « ilNichilista
Rilasciato il 31.10.12

[…] stabilirlo con tanta nettezza: casi come quello nostrano di #OccupyIsernia dimostrano che le bufale, anche quando apertamente tali, possono avere vita abbastanza lunga da […]

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