L’Isola Che Non C’era – 1

Pubblicato da Blicero il 3.06.2008

[…] Smelzo: benissimo, è caduto un DC9… pronto? Berardi: sì, dica, dica. S: è caduto un DC9 lungo la rotta che porta da Bologna a Palermo. B: sì, noi già stavamo in allerta per questo qui. S: ultimo punto noto sembra che sia 40,00 Nord 13 e 20 Est. B: prego? S: ultimo punto noto… B: un attimo che chiamano da 700 posti, un attimo, eh… […] B: eh, a lei chi gliel’ha detto che è caduto? S: guardi questo qui doveva atterrare già alle 9 e 13 su Palermo B: sì, queste notizie io ce l’ho tutte quante, lei mi ha detto che è caduto, chi gliel’ha detto? S: e io penso che sia caduto… B: ah, ecco pensa…S: no, ma le mie supposizioni sono… sono abbastanza serie, non sono… B: pure le nostre purtroppo, uno cerca sempre di sperare che non sia così, se lei mi dice, io devo fare delle comunicazioni, se lei mi dice che è caduto io devo dire che è caduto…» (27 giugno 1980, ore 21,25)

La sera del 27 giugno del 1980, il DC9 I-TIGI, nominativo IH870, che viaggiava sulla tratta Bologna-Palermo, scompare dai radar. Dalle 20.58 non risponde più ai contatti radio. Dissolto. Svanito. Evaporato. Solamente all’alba del giorno successivo, al largo del Tirreno, tra Ponza ed Ustica, verrà trovata un’enorme chiazza di carburante, con relativi rottami. E vittime.

E’ da quella sera maledetta che nessuno saprà mai com’è andata veramente. La strage di Ustica, perchè di strage indubbiamente si parla, rappresenta una di quelle voragini di cui è costellata la storia della Repubblica, martoriata dai durissimi anni della “strategia della tensione”, dalle bombe, dai massacri impuniti, dai corpi deviati delle istituzioni statali, dai compromessi non scritti, dai misteri insoluti. Il fatto che la scena politico-nazionale fosse, per quasi vent’anni, dominata da gravissimi fatti di stragismo e terrorismo rende dirompente e macroscopico il divario tra l’Italia ed il blocco occidentale, di cui il paese fa pur parte. Un’enorme e tragica anomalia, perlopiù non definibile mediante i crismi della verità fattuale o storica, ma solamente tramite illazioni, supposizioni, ipotesi più o meno plausibili, fantapolitica, ricostruzioni sommarie ed imprecise.

La verità, nelle stragi, ha contorni appena tracciati e connotati sfocati, se non sfigurati da anni di depistaggi, di inquinamenti volti a coprire realtà indicibili. Come scrive Giorgio Bocca, la tragedia di Ustica «è stata la tragedia di un Paese a sovranità limitata, in cui c’è un governo legale, scoperto, controllabile con le leggi comuni e ce n’è uno di fatto le cui azioni sono ingiudicabili e inconfessabili, che risale agli impegni segreti presi nei giorni dell’armistizio».

La storia sono loro

Per capire le cause dell’abbattimento del DC9 Itavia risulta estremamente utile tracciare ed inquadrare il contesto storico di quel periodo, cioè a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. La situazione internazionale appariva estremamente complessa e delicata. Si era ancora nel pieno della Guerra Fredda, con i blocchi occidentale e orientale impegnati in una forte contrapposizione, spesso sotterranea e indiretta ma, talvolta, anche apertamente frontale. Al perdurare delle tensioni tra Est e Ovest, acuite ulteriormente dall’invasione sovietica in Afghanistan, si affiancavano una serie di conflitti nell’area mediterranea, europea e nordafricana; era in atto una costante escalation di quelli che sono stati definiti gli scontri tra Nord e Sud. Non va dimenticata, inoltre, la persistente destabilizzazione militare e politica dell’area mediorientale (basti pensare al clamoroso rapimento di funzionari USA all’ambasciata di Teheran ad opera degli studenti iraniani), specialmente di quella più prossima all’area mediterranea.

Una posizione peculiare, all’interno dello scacchiere internazionale di allora, era occupata dalla Libia del Colonnello Gheddafi, la quale aveva posto in essere una politica dichiaratamente anti-occidentale e anti-americana, rendendosi protagonista di una serie di contrapposizioni verso alcuni stati africani ed europei. La si considerava inoltre vicino ad ambienti terroristici, se non addirittura fiancheggiatrice o attrice di prim’ordine in tal senso, di matrice islamica. L’Italia dunque, data la sua particolare collocazione geografica, era attraversata, perlomeno a livello frontaliero, da tutti i succitati fronti di attrito. Ma non solo. Il giudice istruttore Rosario Priore, estensore della monumentale (cinquemila e più pagine) ordinanza-sentenza che ha chiuso quasi vent’anni di indagine, scrive infatti che tali situazioni di scontro, intercorrenti sull’asse dei quattro punti cardinali di interesse geopolitico, «sulle nostre ordinate si intersecavano, facendo della Repubblica una marca di frontiera sia dell’Occidente che del Nord in quei conflitti d’ordine planetario».

Sul piano politico interno erano riscontrabili eguali, se non maggiori, motivi di scontro e di minaccia per l’ordine pubblico. La penisola era attraversata, devastata e sventrata dalle bombe e dagli attentati ad opera del terrorismo sia di matrice rossa che nera, spesso con la complicità di alcuni settori deviati dello Stato (soprattutto dei servizi segreti), il quale poneva in atto una strategia gravemente eversiva ai danni dell’ordinamento costituito, che si concretava in una strategia della tensione, volta a diffondere una costante e diffusa paura nell’opinione pubblica, al fine di tenere sotto scacco le istituzioni democratiche per poi rovesciarle. Il 1980, tuttavia, rappresentò un anno di risposta significativa da parte dello Stato al fenomeno terroristico, specialmente dopo la terrificante strage di Bologna, avvenuta qualche giorno dopo la tragedia di Ustica, a fronte di una coscienza sociale ancora profondamente scossa dal tragico epilogo della vicenda Moro, in cui si era palesata la totale impotenza delle istituzioni.

Sul piano politico, saltata definitivamente l’ipotesi del “compromesso storico”, l’instabilità cronica degli esecutivi determinava l’impossibilità di varare decisioni e prendere misure, che pure dovevano essere adottate in tempi estremamente rapidi, che permettessero di combattere a fondo i gravi problemi di ordine interno. Va necessariamente sottolineata anche l’infiltrazione nei gangli degli organi di potere (politico, militare, giudiziario, informativo, imprenditoriale e finanziario) ad opera delle logge massoniche coperte, segnatamente e principalmente dalla P2 e dalla Camea (una sorta di contenitore massonico di logge più o meno grandi, radicate su gran parte della penisola), attori e realizzatori di una strategia strisciante e silenziosa volta a sovvertire, dall’interno, l’apparato statale.

A completare il quadro, veniva in rilievo il progressivo indebolimento della Difesa e dell’Aeronautica, nelle quali si era registrata una vera e propria emorragia di personale e di ufficiali, i quali, sospinti da invitanti stipendi e da altri benefici, andavano a fornire istruzione militare per conto di società private in Libia e in altre parti del mondo, nell’indifferenza generale dei corpi d’armata e della politica. Il problema, che poi si è rivelato in tutta la sua interezza, oltre che a rafforzare la capacità militare di uno stato potenzialmente ostile, risiedeva nel fatto che potevano realizzarsi «vere e proprie attività di spionaggio su informazioni sensibilissime», quali ad esempio sulla rete radaristica nazionale, al fine di agevolare e rendere possibile «la penetrazione [aerea] nei nostri spazi e addirittura voli di trasferimento dal Mediterraneo nel Nord-Italia e verso l’Est europeo».

(Seconda parte)

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Drop the Hate / Commenti (2)

#1

andrea poulain
Rilasciato il 03.06.08

Ci sono talmente tanti fatti oscuri nel nostro paese, che mai nessuno riuscirà a capirli tutti..seguo la tua narrazione..
toop toop l’hai scoperta dal divo?..pure io, spacca però!!

#2

marisa
Rilasciato il 28.06.08

Esiste una versione di Ustica che nessuno ha considerato perchè troppo scomoda,si tratta di un libro scritto da un ufficiale dell’aereonautica in base ad indagini condotte da lui e da un altro ufficiale che morì col proprio aereo antiincendio subito dopo aver raccolto notizie determinanti .
Alcuni brani sono riportati qui:

http://www.webalice.it/marisa.pareto/ustica.htm

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