Anche I Rossi Hanno Un’Anima

Pubblicato da Blicero il 22.09.2010

Non deve essere per niente facile essere figli d’arte. Ci sono i pro, certo, ma spesso i contro li superano di gran lunga; è difficile essere il figlio di Frank Zappa e fare meglio del padre, così come è difficile essere il figlio di Michael Bay e fare peggio. A volte, però, il talento di un padre può trasmettersi al figlio grazie ad una combinazione di geni e di meme, e questo è il caso di Romain Gavras, figlio di Costantin Costa-Gavras, autore di “Z” e di altri capolavori.

Fino ad ora Romain era conosciuto per far parte del collettivo Kourtrajmé (fondato insieme a Kim Chapiron nel 1994), per i suoi clip musicali e per un documentario sui Justice (“A cross the universe”)1. Il video più conosciuto è sicuramente l’ultimo, “Born Free” di M.I.A., un cortometraggio di 9 minuti  che segue un rastrellamento della polizia di confine statunitense ai danni di un gruppo di rossi (nel senso di colore di capelli). Altri video sono quelli di “Stress” dei Justice, un “La haine” (“L’odio”) a colori contrassegnato dall’insensata violenza di una banlieu-gang; “I believe” dei Simian Mobile Disco, carrellata quasi fotografica di portrait ravvicinati in un campo nomadi romeno; “Signatune” di DJ Medhi, racconto di una competizione di DB drag racing nella Francia del nord.

Notre Jour Viendra” (“Il nostro giorno verrà”), uscito il 15 settembre nelle sale francesi, è il primo film del giovane regista parigino ed è una sorta di summa stilistico-tematica dei videoclip musicali. L’ambientazione, come in “Signatune”, è il nord della Francia, con il suo cielo basso e grigio e vagamente opprimente, le sue baraque à frites, i suoi bâtiments in mattone, le sue fabbriche-cattedrali nel deserto, il suo mare freddo che si muove e scorre placido come gli onnipresenti banchi di nuvole a rendere plumbea l’atmosfera, un panorama da “La strada” di McCharty un secondo prima della catastrofe apocalittica – il tutto osservato tramite un’estetica potente, di ampio respiro e nitida.

Protagonisti sono Vincent Cassell (che è anche produttore) nella parte di Patrick, uno psicanalista di mezza età piuttosto disturbato e stanco di ascoltare i problemi dei suoi pazienti, e Oliver Barthelemy, che interpreta Remy, un ragazzo timido preso in giro da tutti, sottomesso alla madre e alla sorella e incapace di farsi rispettare. Insieme vanno a formare una strana coppia unita dal colore dei capelli (rossi, naturalmente), dalla voglia di scappare da una realtà che li opprime e dal raggiungere la terra dei loro sogni, l’Irlanda.

Road-movie con situazioni da commedia all’italiana2, fortemente fobantropo ed ispirato alle “fuites en avant” di Risi e Blier (su tutti “Les Valseuses”), la tematica del razzismo anti-“rossi”  accennata in “Born Free” è qui ripresa come allegoria di tutte le minoranze che non riescono a trovare il loro posto in un mondo sostanzialmente glocalizzato: ed infatti i “rossi” non hanno “ni langue, ni pays, ni armée” – né lingua, né paese, né esercito – e sono perfetti per incarnare gli ideali post-sessantottini di Patrick fatti sistematicamente a pezzi dal progredire della realtà e la rabbia violenta e irrazionale di Remy pronta ad esplodere senza troppi complimenti o ragionamenti, esattamente come i ragazzini del clip “Stress”.

La ricerca di un’identità impossibile da ottenere (suggellata anche dalle rasature totali che si fanno i due protagonisti, l’obliterazione del loro unico tratto distintivo) finisce sospesa in una spinta ascensionale verso l’alto, sopra una romantica mongolfiera senza alcuna meta e destinazione – ed è così che finisce il mondo, non con un botto, ma con il soffio del propano bruciato all’interno di un pallone che si perde a vista d’occhio nella vastità di un Nord crepuscolare ed inafferrabile.

Come prima prova alla regia, chapeau Romain.

  1. Documentario in cui viene mostrato che anche facendo dell’elettronica french touch si possono fare tour in America, sposarsi a Las Vegas con una groupie ed essere arrestati per aver spaccato una bottiglia in testa ad un fan esagitato. []
  2. Come espressamente riconosciuto da Gavras. []

Condividi

Drop the Hate / Commenti (0)

NEIN!
Nessun commento, per ora. Si può provvedere subito qui sotto.

Fomenta la discussione

Tag permesse: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>