Votez Renzi

Pubblicato da Blicero il 2.11.2011

Matteo Renzi è appollaiato su una sedia, in giacca scura e camicia bianca, la testa reclinata verso il basso e lo sguardo bloccato sullo schermo del suo iPhone. Ha appena finito il collegamento in diretta con “Otto e mezzo”, nel quale la Gruber ha cercato in tutti i modi di metterlo in difficoltà. Resta in quella posizione per qualche lungo minuto, controllando i social network. Lui, il Sindaco. Il Custode Pro Tempore Dei Sogni Di Una Comunità. Il Cyberscout. Il Rottamatore. Il Candidato in pectore.

È venerdì sera all’ex stazione Leopolda di Firenze e il “Big Bang” può iniziare. Come prevedibile, è tutto curato fin nei minimi dettagli: le grafiche e le cartelle stampa; i depliant; i poster con le silhouette di brontosauri (lo slogan di quest’anno è “I dinosauri non si sono estinti da soli”) appesi un po’ ovunque; la disposizione delle varie aree; l’assenza di qualsiasi simbolo del Pd; ed infine Renzi stesso (un tweet del Corriere Fiorentino sostiene: “Notevole la quantità di cerone”). E poi c’è il palco, un monumento gimmick al marketing dotato di frigo-leggenda Smeg, scrivania povera e divano Chesterfield-Serenadandini che pare aver colpito in maniera indelebile l’immaginario di ogni giornalista – molto più dei partecipanti alla kermesse.

Quest’anno la Leopolda è diversa dall’anno scorso. Anzitutto, non ci sono molte facce che l’avevano ideata/animata, su tutte Pippo Civati. La balcanizzazione del PD si è sensibilmente inasprita: ci sono i bersaniani, i veltroniani, i dalemiani, gli zingarettiani, i giovani turchi, i giovani curdi, i popolari, i franceschiniani, i medio-progressisti…se l’attuale tendenza dell’”Apri Anche Tu Una Corrente – Risparmi Garantiti 3×2!” dovesse continuare a questa velocità, la dea Kalì si vedrebbe costretta a farsi trapiantare altre tre o quattro paia di braccia per contare le formazioni interne. Inoltre, il focus della convention è nettamente più puntato su Renzi – sebbene non esplicitamente. In un recente sondaggio di Demopolis il trend di notorietà nazionale del sindaco di Firenze è salito dal 53% dell’aprile 2011 al 66% dell’ottobre 2011 (nel 2009 era al 29%). L’altro dato interessante è che l’apprezzamento nei confronti di Renzi proviene da uno spettro elettorale decisamente trasversale: il 44% è di centrosinistra; il 47% è di centro; il 48% è di centrodestra.

Una trasversalità che del resto è riflessa dalle varie tipologie di ospiti: ci sono i Televisivi, gli Uomini di Cultura, gli Imprenditori, le Success Story (ovvero Leandro Consumi, inventore dei Gormiti), i Quelli Che Ce L’Hanno Fatta, i Garagisti, gli Economisti, gli Uomini dello Spettacolo, gli Editori, gli Under 25, i Meno Noti e gli Amministratori Locali. È proprio quest’ultima categoria – non poteva essere altrimenti, del resto – ad aprire ufficialmente la Leopolda 2. Matteo Renzi scende dalla sedia, la sposta, si toglie la giacca, si siede dietro la scrivania con il Mac e davanti alla libreria proiettata sulla parete, afferra il microfono anni ’50 alla Elvis e chiama Davide Faraone, deputato regionale siciliano. Lo schema di ogni intervento è: hai cinque minuti per dire cosa faresti se tu fossi a Palazzo Chigi. Una formula che ha i suoi meriti, certo, ma che dopo il sessantesimo intervento implora quantomeno un cestello di ghiaccio, un bicchiere da 60cl e una quantità imbarazzante di White Russian per tenere desta l’attenzione. “Siete tantissimi, si vede che non siete andati tutti a Napoli [cioè da Bersani, nda]”, dice Faraone, ed effettivamente il lungo corridoio dell’ex stazione è gremito fino in fondo.

Quello che salta all’occhio è la quantità di prodotti Apple – se si eccettua la sala stampa, dove ci sono notebook antesignani con dimensioni dello schermo cadute in disuso nel 1998. Se Richard Stallman fosse capitato per sbaglio nell’ex stazione non è difficile immaginarlo con una maschera di pelle in faccia e un radicale intento di risvegliarsi a colpi di motosega dall’incubo targato Cupertino. Nel parterre, infatti, tutti hanno almeno un iPhone/Pad. E tutti twittano. Twittano talmente tanto che potenzialmente non servirebbero nemmeno i giornalisti (specialmente quelli d’agenzia). Dopo appena una ventina di minuti #leopolda è trending topic, e rimarrà così per tutta la durata della convention.

Gli interventi che si susseguono, intervellati dai video di Cetto La Qualunque e l’imitazione guzzantiana di Giulio Tremonti, vertono su scuola, start-up, Europa, paesaggio, Inglese, start-up, architettura, istruzione, salute, start-up, off-grid, giustizia penale/civile e start-up, che è un argomento che nell’arco di qualche ora viene nominato un numero tendente a ∞. Ad un certo punto, mentre sta parlando qualcuno, sento un botto risuonare nella sala. Cristo, è successo qualcosa, penso subito. Mi guardo intorno, ma nessuno sta facendo una piega. Poi, quando il suono esplode una seconda volta, capisco: è il “gong” che segna la fine dei cinque minuti di intervento. E al terzo “gong” finalmente mi rendo conto che il suono sembra l’accensione della Batmobile nei Batman di Joel Schumacher. Renzi manda un video di pernacchie e insulti di Bossi. Mentre il Sindaco invita esplicitamente Bossi a farsi curare, scorgo Chicco Testa. Già. Chicco “Duke Nukem” Testa (alla Leopolda esclusivamente in qualità di Chicco Testa, a quanto pare) si aggira per l’ex stazione guardingo e defilato. Ogni tanto sparisce, poi riappare, poi sparisce, poi lo si può ritrovare a fondo sala a fare dell’amabile Kaffeeklatsch con qualcuno.

I rumours di un possibile intervento di chiusura di Alessandro Baricco (anche lui in sala fin dalle 20.30) si spandono incontrollabili in sala stampa. Ma, si dice, lo Scrittore è restio, tituba, sembra che alla fine non vada, non è sicuro, sì, ecco, l’intervento lo fa, no, ora non più, chissà. Ma alla fine è ovviamente lui a concludere la prima giornata. Dopo essersi spruzzato un po’ di eau du fallimento-chic, Baricco inizia così: “In realtà ero venuto solo per ascoltare, ma qui pare che sia impossibile solo ascoltare”. E quindi, naturalmente, parla – ma solo perché costretto dall’irruenza renziana. Costretto dalla gravosa contingenza. L’eloquio è vagamente sofferente, l’approccio di rassegnata sconfitta con retrogusto di speranza. Ho passato tutta la vita a cercare di non morire democristiano e/o berlusconiano, dice Baricco, e vi assicuro che non è vita. La mia generazione ha fallito. La sinistra ha fallito, ed è ciò di quanto più conservativo ci sia in questo momento. Non è gente da convincere, è gente da superare. Il mio tempo è finito, messedame. Applausi scroscianti, elogi per la lucidità, esegesi sul web. E sabato sera chez Fabio Fazio. Il conduttore, a differenza di Baricco, è convinto che il tempo di Baricco non sia ancora finito.

Condividi

Drop the Hate / Commenti (10)

#1

Akiller Dee
Rilasciato il 02.11.11

Complimenti!Finalmente siete riusciti ad inserire il vocabolo Kaffeeklatsch!

#2

Alex Dubcheck
Rilasciato il 02.11.11

Morisse

#3

Destrosio Al Magnesio
Rilasciato il 03.11.11

Dove c’è Jovanotti c’è il nulla.
Qualcuno sa dirmi se Adriano Sofri ha un ruolo nella testa di Renzi?

#4

McLaud
Rilasciato il 03.11.11

Due riflessioni:

1) ci si può esercitare a catalogare politicamente Renzi da un lato, dall’altro o in mezzo, ma è una pratica utile più o meno come il predicare di una confezione di detersivo che sia di destra, sinistra o centro: l’unica cosa che conta è che sia ben presentata…non interessa nemmeno che lavi bene. E credo d’aver detto tutto…credo anche in sintonia con questo bel post.

2) “È uno che ha introiettato le caratterische antropologiche di quel brodo di coltura chiamato berlusconismo”. Si può “introiettare” anche più di Berlusconi?

#5

Fede
Rilasciato il 03.11.11

Il miglior articolo sulla Leopolda 2 che abbia letto.

Grande Blicero!

#6

Blicero
Rilasciato il 03.11.11

> 2) “È uno che ha introiettato le caratterische antropologiche di quel brodo di coltura chiamato berlusconismo”. Si può “introiettare” anche più di Berlusconi?

Anche Jovanotti, sì.

#7

McLaud
Rilasciato il 04.11.11

Piove…senti come piove…

#8

Fabio Massimo
Rilasciato il 15.04.12

Uh uh

#9

Grasshopper
Rilasciato il 08.11.12

Bravo Blicero!

@McLaud: “1) ci si può esercitare a catalogare politicamente Renzi da un lato, dall’altro o in mezzo, ma è una pratica utile più o meno come il predicare di una confezione di detersivo che sia di destra, sinistra o centro: l’unica cosa che conta è che sia ben presentata…non interessa nemmeno che lavi bene. E credo d’aver detto tutto…credo anche in sintonia con questo bel post.”
+1000

#10

zoidberg
Rilasciato il 09.10.15

Complimenti.
A distanza di quattro anni questo pezzo è la lettura piú accurata e tremendamente attuale di questa entitá che corrisponde al nome di Matteo Renzi.

Fomenta la discussione

Tag permesse: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>