Siamo Incazzati Neri, A Mezze Maniche

Pubblicato da Ungormìte il 2.11.2010

È la storia di me, alla ricerca di sinonimi forbiti di “inquietante” per definire il nuovo spot del Partito Democratico. Il novero scorre veloce. Allarmante, delicato, grave, minaccioso, preoccupante, serio, angosciante, conturbante, sconvolgente. E’ un elenco equivoco, che si presta alle più diverse interpretazioni: c’è da aver paura? O da urlare per strada in preda ai fuochi o ai furori di un Letta qualunque, purché piccolo? Si cercano sinonimi forbiti, si approda a una valutazione quasi seria, ma una, dirimente quanto banale.

È un fatto che nell’approccio mediatico dei partiti, quello dei nostalgici della garrota come la macchina da guerra di Dilma Rousseff, sia necessario stendere un piano di intrusione mediatica nella testa e nel parlato dei potenziali elettori. Un messaggio che veicoli quanto e più delle dichiarazioni estemporanee sulla stampa. La chiamano comunicazione politica, e americani e europei vogliono darle un’accezione diversa, e un fine solo: smuovere l’elettore, portarne la croce sul proprio simbolo, come esito di un planning bilanciato a tavolino per mano/sotto l’occhio attento di esperti – si pensa – comunicatori. Ci si vincono le elezioni, con Perelman e Signorini.

Il Pd per qualche motivo ignora la cosa, dimenticati i tempi del Rutelli sotto spin doctors e consulenze clintonaine: oggi ci si fa forti di una nuova idea di comunicazione: l’estemporaneo. Come estemporanea è la scelta delle frasi del segretario da espungere, audio multimodulato, incomprensibile. Bersani – esempio – ci suggerisce che “siamo un partito di governo momentaneamente all’opposizione”, mentre battezza il rito dell’alzarsi le maniche, aprifila di macchiette da elettorato pubblicitario che dovrebbe rappresentare il popolo degli stufi di ‘sto governo. Una ragazza male inquadrata, camicia grunge in stile slimfit, di quelle che trovi da Zara. Il politicamente corretto di un uomo di colore, che privi di qualsiasi pregiudizio razziale chiameremo qui per convenzione “il nero”. Poi una specie di emo il maniche di camicia, gli occhiali incazzati neri, e una donna, “la bionda”, dalla risata ebete fra il “seguiamo la linea del segretario” e il pentimento da beota che ride di nulla e se ne accorge tardi.

A quel punto Bersani – l’audio tende al peggio – farfuglia di tue quote “di trasformazione del mondo”, quando la musica sotto si fa cattiva, in radioso mix di finto rock e finto rock. Di quelli da Roland 303, la demo preimpostata nei discobar di Rimini per i pezzi del primo Battisti (orrore). In un’orgia di bianco, di camicie acetate e candidi teloni di plastica da sfondo, che potremmo convocare a emblema dell’ideologia dem, pur non facendolo.

L’acmé è raggiunto nel finale: il messaggio, se non fosse stato chiaro, viene dichiarato da un urlo bersaniano in modulazione di frequenza, fuori tempo massimo sul ritmo come nei tempi della politica. Bocca impastata, quasi impietosita da una dentiera, altro giro di figurine da elettorato di base: “Rimbocchiamoci le maniche: prepariamo giorni migliori”. “Per l’Italia”, aggiunge, in un’enfasi d’implorazione, nessun tono esortativo. Vi scongiuro, sembra dirci. Vi scongiuro. Il finto metallo pesante, in crescendo, dà vita a una nuova quartina col segnale del piatto che crasha, Bersani vuole riprendere il claim con tutta la forza espressiva che può: lo sguardo è emiliano, che non saprei dirvi come. A metà fra Piacenza, il Kurtz – ma bonaccione – di Coppola e i titoli di coda dei Robinson, dove i personaggi, incalzati dalla sigla, vengono sottotitolati con nome e cognome mentre sorridono al ralenty e vorresti prenderli a pugnalate.

Ma c’è poco da sorridere, diciamo e direbbe il Bersa: abbiam da fare, fidatevi. Implora di meno, col volto: è un sorriso più comico che beffardo, è un occhio che ti spiega che non si hanno alternative, che vuol nasconderti che gli è stato suggerito di farsi tutto sicurezza e buon governo senza prove del nove. Suggerito, è questo il punto. Solo suggerito. E a circolo si torna ai sinonimi e al dubbio di me.

Perché alla comunicazione politica del partito deve esser stata sottovalutata l’immane portata di un presentarsi con stile, nella concretezza del messaggio e nel bello della posa estetica, della fattura tecnica anche solo di un video su YouTube. E’ il proporsi pubblico del Pd che urla a squarciagola la mancanza di una linea, come fosse scontata una fiducia da accordare, inutile ogni orpello stilistico. Improvvisata la scelta delle frasi da cantare nel promo, indecifrabile la soluzione musicale, scontata la rassegna di volti incazzati, da brivido – quello sì grave, minaccioso, preoccupante – il primo piano sui gomiti – le mani nodose – attraversati da maniche rialzate. Quelle del segretario, del nero, della donna, della bionda e del papà adolescente. Un’idea di Italia che Sallusti con una mano legata demolirebbe in un amen, della quale faremmo volentieri a meno.

Noi, noi che ancora, pure, badiamo alla forma delle cose. Noi che per esempio allouen lo festeggiamo oggi. Ho già pronto – per dire – il mio costume da Marchionne. E’ che non riesco a trovare una motosega che sia una, e la cosa m’inquieta.

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Drop the Hate / Commenti (6)

#1

tiziana
Rilasciato il 02.11.10

E’ ridicolo questo spot-clip o come altro lo vogliamo chiamare..la ragazza bionda si arrotola le maniche prima di lavare i piatti, l’emo prima di mettere in ordine la cameretta, il ragazzo di colore per stare più comodo e fresco, la ragazza con i capelli rossi ricci perchè così ha un look più fichetto, il giovane papà per questioni di ordine personale, il ragazzo riccio e biondino per venire meglio nel filmato, infatti si piazza di tre quarti come una rock star giovanilista di plastica,perchè pure Bersani se le tiri su non è dato di sapere, certo è che fa veramente paura a questo punto l’affermazione iniziale , quel fatto che il PD è solo momentaneamente all’opposizione ma in segreto è un partito di governo, ci fa temere per il nostro futuro.

#2

Gente che si relinka | L'89
Rilasciato il 02.11.10

[…] qualcuno potrebbe essere all’oscuro dei nostri comunicati tramite socialcosi, pubblichiamo il link a un nostro contributo su LaPrivataRepubblica a proposito del nuovo promo del Pd. Sì, pratica odiosa, ma sia chiaro: non […]

#3

McLaud
Rilasciato il 04.11.10

Come faccio a distinguere (se pure sia possibile) “Rutelli sotto spin doctors e consulenze clintonaine ” dal “Rutelli-odierno-assolutamente-uguale-a-se-stesso-da-quando-si-sposò-in-chiesa-in-occasione-del-giubileo-del-2000-per-baciare-le-pile-a-qualsiasi-porporato-esistente”?

Arrivare a dire che quello sia stato un momento alto del PD è il sintomo di una profonda perdita di memoria storica e prospettiva.

Solo per ristabilire un po’ d’equilibrio: http://www.youtube.com/watch?v=KpBHbMVSua0 .

#4

la Volpe
Rilasciato il 04.11.10

Non per dare ragione al twitter di “un italiano non si legge un articolo di satira sopra i 140 caratteri”, ma questo intervento mi è sembrato inqualificabilmente lungo per sputtanare un fallimento propagandistico così evidente.

#5

L'89
Rilasciato il 05.11.10

E questo è vero.
Che sia da lapide alla comunicazione dem.

#6

McLaud
Rilasciato il 06.11.10

…se è vero che subito dopo il trapasso tutti gli sfinteri si rilassano e fuoriesce il gas, certamente ci troviamo di fronte ad un segnale inequivocabile di decesso.

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