Le Colonne Dell’Avanti

Pubblicato da Blicero il 26.10.2010

Schopenhauer definiva i giornalisti come “cattivi scrittori” che vivono “unicamente della stoltezza del pubblico”, ma non ha potuto avere a che fare con il giornalismo politico italiano: chiacchericcio di corridoio rigorosamente senza fonti, retroscena carpiti tra una mensa parlamentare ed un’altra (o forse no? intanto la notizia è già pubblicata), note politiche paludate e comprensibili quanto un film sudcoreano in lingua orginale montato al contrario, mezze voci, autosmentite, semi-conferme, cene apparecchiate ai ras di partito e le interviste di Aldo Cazzullo a Veltroni. All’estero tutto ciò viene chiamato “Merda”, da noi “Dagospia” o “Innovare le cronache mondane privilegiando indiscrezioni e curiosità su personaggi del mondo dell’economia, dell’informazione e della politica”.

Oggi è apparso un articolo (una specie di summa di tutti i caratteri principali del giornalismo politico attuale) sul notissimo quotidiano di area finiana “la Discussione” – un giornale che probabilmente nemmeno i suoi redattori leggono, fondato da De Gasperi nel 1952 e, dopo il crollo della DC, risucchiato in una spirale da incubo prima passando sotto il PPI, poi sotto il CDU di Rocco Buttiglione e infine, in attesa di eutanasia, sotto la nuova DC di Kiwifranco Rotondi.

Il pezzo in questione, intitolato “Bonelli e Saviano verso Fli?”, è una speculazione assolutamente priva di fondamento, dunque giornalisticamente interessante, sulla possibile entrata in Futuro & Libertà di Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, e Roberto Saviano:

Che cosa hanno in comune Gianfranco Fini, Roberto Saviano e Angelo Bonelli? Tanto ma, allo stesso tempo, anche niente.

Ah. Se infatti si uniscono le varie dichiarazioni dei tre è facile – dice l’articolo – notare “una certa convergenza di idee”. Quali? Non si sa, ma intanto sia Fini che Bonelli sono appassionati di immersioni subacquee, e quindi chissà che non ci scappi un “dialogo” tra i due che possa sfociare in un’alleanza. Che è un po’ come dire che siccome io e Maroni scarichiamo musica online c’è la possibilità che prima o poi troveremo un’intesa sull’apertura del primo campo di concentramento post San Sabba.

Per quanto riguarda Saviano, invece, il discorso è “molto più scontato”. Lo scrittore, infatti “cita spessissimo Ezra Pound”, ha “frequentato Casa Pound” (la bellezza di una conferenza, e tanto basta per farne un simpatizzante) e “si è sempre detto perfettamente in linea con la destra antimafia di Paolo Borsellino”, come lo hanno sempre fatto, del resto, tutte le persone sane di mente in questo paese dall’uccisione del giudice. Ma questo non conta: se dovesse scendere in politica, insomma, Saviano sicuramente “opterebbe per Gianfranco Fini”. Sì, confermato al 100%, un dogma tautologico. Anzi, diciamolo subito a beneficio Ansa: “ROBERTO SAVIANO È CANDIDATO PREMIER PER FLI PERCHÉ HA CITATO EZRA POUND”.

Dunque, conclude l’articolo

che cos’hanno in comune Fini, Saviano e Bonelli? Forse niente. Ma anche un futuro politico insieme.

A questo punto sorge spontanea una domanda. Che cos’hanno in comune un ornitorinco, Tareq Aziz e la produzione dell’Automobilwerk Zwickau nel 1953? Assolutamente nulla. Ma dovevo trovare un modo di chiudere il pezzo.

Se è vero che “la società non ha bisogno di giornali, ma di giornalismo”, come sostiene Clay Shirky, allora in Italia siamo spacciati, perché nonostante i cambiamenti in atto nel panorama mediatico mondiale continueremo ad avere i primi senza avere il secondo.

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Drop the Hate / Commenti (3)

#1

Fede
Rilasciato il 27.10.10

Bel pezzo! Complimenti.

PS.
Forse è “subacquee”…

#2

arco
Rilasciato il 29.10.10

No, è “Subbaccqui!

Ok, la Discussione esiste (ed è subito stupore), e dunque bisogna farsene una ragione. Ma addirittura leggerla?

#3

la Volpe
Rilasciato il 31.10.10

Notevole, ‘sto pezzo.

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