Brianzo Journalism

Pubblicato da Blicero il 18.08.2011

Vedere oggi sulle pagine di Libero il nome “Hunter S. Thompson” è stata un’esperienza elettrizzante, quasi quanto assistere all’abuso sessuale di una sosia di Barbara D’Urso (o forse era proprio lei?) da parte di un branco inferocito di cinghiali ricoperti di baveri della Lega Nord – solo che, almeno quella volta, ero riuscito a trafugare le riprese e venderle al mercato nero di Singapore.

L’articolo in questione riporta una lettera di risposta scritta da un certo “Yail Bloor III, Minister of Belles-Lettre” (uno dei tanti pseudonimi di Thompson) ad un mediocre scribacchino che nel 1971 aveva mandato un suo aborto alla redazione di Rolling Stone. Prima di parlare di cose brutte, riporto la lettera in lingua originale:

You worthless, acid-sucking piece of illiterate shit! Don’t ever send this kind of brain-damaged swill in here again. If I had the time, I’d come out there and drive a fucking wooden stake into your forehead. Why don’t you get a job, germ? Maybe delivering advertising handouts door to door or taking tickets for a wax museum. You drab South Bend cocksuckers are all the same; like those dope-addled dingbats at the Rolling Stone office. I’d like to kill those bastards for sending me your piece… and I’d just as soon kill you too. Jam this morbid drivel up your ass where your readership will better appreciate it.

Sincerely,
Yail Bloor III, Minister of Belles-Lettre.

P.S. Keep up the good work. Have a nice day.

Naturalmente, parlare di Hunter S. Thompson su un simile giornale comporta i suoi rischi. Come introdurre un personaggio che avrebbe appellato direttore, redattori, collaboratori e lettori di Libero – con un grado di probabilità che sfiora il 120% – nient’altro che “maiali fascisti” e “pezzi di merda illitterati”? Semplice: così.

[…] un pazzo […], tossicomane per ideologia, inventore del gonzo-journalism cioè il reportage fatto sotto acidi […]

Tralasciando il “tossicomane per ideologia”, espressione che forse potrebbe essere decifrata da Giovanardi attraverso dei codici militari criptati della Seconda Guerra Mondiale, raramente ho mai trovato una defizione di gonzo journalism più approssimativa, insultante e sconclusionata. Ma del resto non posso certo accantonare la compassione umana dovuta al giornalista di Libero, messo di fronte ad un’impresa così improba. Il gonzo journalism non è ovviamente “il reportage fatto sotto acidi”, ma è una personale interpretazione di Thompson della corrente giornalistico-letteraria americana che è racchiusa sotto il nome di new journalism. Per farla breve, il gonzo è una forma di giornalismo che fa a pezzi il mito dell’Obiettività tramite una miscela di fiction/realtà e una forte partecipazione personale dell’autore nelle storie. Certo, gli scritti di Thompson sono effettivamente infarciti di droga e alcool, ma si tratta solamente dello stile di vita dello scrittore che inevitabilmente confluisce nel suo lavoro altamente personalizzato.

In realtà, gli unici veri “reportage sotto acidi” sono quelli apparsi spesso su Libero. Qualche anno fa, ad esempio, è stato pubblicato un leggendario articolo-esperimento di Renato Farina in cui l’agente Betulla narrava di essere stato quasi ucciso da una banda di romeni con annessa Mercedes:

Questa storia è piena di neve, di Bmw a tutta birra, polizia, sangue, maledizioni, zingari; e ci sono anch’io. […] Ed ecco un rombo, uno stridore, e un gigantesco siluro nero mi sfiora. Si impasta a velocità supersonica, alzandosi da terra, contro un grosso palo della luce, lo storta, ma prosegue, finisce addosso alla Panda la quale balza sei sette metri più avanti. Dio, era la morte. Una Bmw nera, in due tronconi. Penso subito. Due secondi, tre secondi di mio anticipo e sarei stato una grossa polpetta […]. Dalla Bmw, dove sono entrati in funzione decine di air bag, escono in tre. Il guidatore è pieno d’oro e di sangue, maledice e stramaledice una macchina che gli ha (gli avrebbe) tagliato la strada. Gli altri due scendono a fatica. Uno ha uno squarcio alla testa. L’altro si tiene un braccio penzoloni. In una lingua oscura quest’ultimo tira imprecazioni all’autista, ma si trattiene.

E questo è pressapoco quello che succede quando si assumono regolarmente acidi tagliati con razzismo e Pio Pompa.

Cordialmente,

Gozer il Sanguinolento II, Mastro di Chiavi e Ministro per la Distruzione del Giornalismo Reazionario Italiano

P.S. Non osate più imbrattare certi nomi stampandoli sulla vostra carta.

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Drop the Hate / Commenti (2)

#1

Melissa P2
Rilasciato il 18.08.11

È sempre un piacere fare affari con te.
A Singapore come in ogni altro dove.

#2

la Volpe
Rilasciato il 18.08.11

Notevole.

E quanto era bello il pezzo di Prefe su Farina?

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