La Svastica Sull’Orso

Pubblicato da Blicero il 26.01.2010

Di Matteo Mazzoni (traduzione e note)

Un potere che non guarda ai mezzi e ai sostenitori temporanei ha già ottenuto un incontrollato underground giovanile fascista e – di conseguenza – il terrorismo politico

Nell’ultimo anno la situazione della violenza politicia in Russia si fa sempre più tesa. E i flash mob dei nazional-bolscevichi1 con l’occupazione delle sale di ricevimento dei politici sembrano birichinate infantili in confronto al terrorismo politico che diventa realtà. Uno dopo l’altro vanno avanti processi in cui si esaminano i mostruosi dettagli di omicidi seriali a sfondo nazionalistico di estrema destra, in Internet appaiono fotografie e video di incendi di sedi della polizia e di mezzi di trasporto pubblico, di uffici di “Russia Unita”2, di sedi di istituzioni pubbliche e altri edifici ufficiali, accompagnate da dichiarazioni contenenti tanto retorica di estrema destra quanto di estrema sinistra. Oggi a Mosca è raro che una rissa tra fascisti e antifascisti si svolga senza scontri a colpi di coltelli e spari di armi non letale. E, cosa particolarmente importante, gli estremisti di destra hanno preso a usare sempre più attivamente armi da fuoco: durante le perquisizioni gli agenti operativi requisiscono interi arsenali.

Anche in precedenza fascisti e antifascisti restavano uccisi in scontri del genere. Tuttavia negli ultimi 13 mesi a Mosca i fascisti hanno già compiuto cinque omicidi di propri oppositori. I risultati delle indagini preliminari hanno mostrato una cosa: l’uccisione di Stanislav Markelov e Anastasija Baburova3 è proprio in questa linea. Ma oltre all’avvocato e alla giornalista – persone che non nascondevano la propria attività e le proprie opinioni antifasciste – sono state uccise anche tre persone che in vita avevano preferito “non mettersi in luce”. Nell’ottobre 2008 fu assassinato davanti all’ingresso di casa lo skinhead antifascista Fëdor Filatov, nel giugno 2008 in circostanze non ancora del tutto chiare è stato ucciso con un coltello e un’arma non letale l’antifascista e tifoso di calcio Il’ja Džaparidze. L’ultimo di questa serie è stato l’anarchico e antifascista Ivan Chutorskoj.

Il 17 novembre, la sera dopo la sua uccisione, nel viale Cvetnoj4 si sono incontrate alcune centinaia di persone per raccogliere soldi per i funerali e per la famiglia. Lo scopo dell’azione era chiaramente indicato nell’invito, inviato via Internet. Sono giunti gli uomini dell’OMON5 e gli agenti operativi del centro “È”6 con videocamere, che hanno costretto la gente a disperdersi. E hanno perfino fatto rapporto sullo “scioglimento di una manifestazione antifascista”.

Circa 70 persone sono andate ad assaltare il quartier generale di “Russia giovane”7 in via Bauman. Che i compagni di Chutorskoj sarebbero andati ad assaltare “Russia giovane” si poteva sicuramente prevedere. Né il DPNI8, né l’“Unione Slava”9, né l’“Immagine russa”10 hanno propri quartier generali pubblici. Alla maggior parte di coloro che hanno rotto i vetri dell’ufficio di “Russia giovane” non interessa l’attività dell’organizzazione di Maksim Miščenko11. Ma gli interessa molto l’amicizia del deputato della Duma di Stato12 Miščenko con “Immagine russa”.

Miščenko ha partecipato con gli attivisti di “Immagine russa” a una serie di azioni: per la Serbia, contro l’immigrazione illegale, alla manifestazione in appoggio all’esercito russo in guerra con la Georgia, ha chiesto di limitare l’accesso di lavoratori immigrati alla Piazza Rossa nella notte di Capodanno, ha preparato interrogazioni parlamentari su questioni seguite da “Immagine russa” e così via.

“Immagine russa”, a sua volta, afferma “siamo nazionalisti, ma non fascisti”. Ma i mass media legano direttamente “Immagine russa” a Tichonov e Chasis (sospettati dell’omicidio di Markelov e Baburova) e questa organizzazione in precedenza ha pubblicato il “Codice etico del nazionalista russo” insieme a Combat1813 e OB8814 – organizzazioni illegali e apertamente hitleriane. “Immagine russa” ha organizzato il concerto dei Kolovrat15 in piazza Bolotnaja16 il 4 novembre17.

Scriviamo in un motore di ricerca su Internet “Kolovrat testi canzoni”. Cito dalla prima riga18:

Combatte alla morte il punitore del reggimento SS “Varjag”19,
Avanza minacciosa la morte in un uniforme nera.
Bruciano i villaggi dove si nascondeva il nemico,
Per i comunisti non c’è posto nel Mondo Ariano!
Hitler aspirava a liberare la Rus’
20
Dalla dittatura dei bolscevichi.

Un concerto di strada di un gruppo del genere, a tiro d’orecchio dal Cremlino – come si può insultare più gravemente i veterani, di cui ostentatamente si occupano i giovani putiniani, e Miščenko tra loro? Miščenko dice di non avere nulla a che fare con questo concerto e, molto probabilmente, è vero. Non è cosa di uno al suo livello permettere a nazisti dichiarati di organizzare un concerto durante una festa nazionale nel centro di Mosca e di marciare per le strade della capitale e di altre città. Probabilmente tutt’altri funzionari, posti ben più in alto, hanno cercato di diffondere l’idea della “democrazia guidata” anche in questo segmento politico di estrema destra.

Un “nazionalismo guidato” a livello teorico, forse, sembrava una mossa non da poco, ma in pratica sotto la copertura dei “patrioti moderati” chiacchieroni, a ben vedere, hanno preso a formarsi gruppi combattenti profondamente cospirativi. E nemico di questi gruppi diviene sempre più non tanto il movimento antifascista, quanto l’insufficientemente, a loro parere, deciso e radicale stato. E di qui ancora un’ondata di arresti di camerati di attivisti radicali di estrema destra…

Per quanto riguarda i “nazionalisti, ma non fascisti”, vale la pena di fare attenzione a queste citazioni dal testo “Programma politico di “Immagine russa””:

1.4. Su territori da essa densamente popolati la popolazione aborigena non slava ha diritto di organizzare la propria vita sulla base delle corrispondenti tradizioni etniche e religiose. Fuori dai territori densamente popolati i loro rappresentanti hanno diritti civili limitati. (…) 6.3. I matrimoni tra rappresentanti di razze diverse non sono permessi, in quanto manifestazione di atteggiamento menefreghistico verso il destino della propria razza. Se sei nato bianco devi mettere al mondo bambini bianchi, perché viva e si sviluppi la tua razza.

Maksim Miščenko ha dichiarato alla “Novaja gazeta” che tutte queste manifestazioni lo contrariano profondamente, che in precedenza non sapeva di queste, ma che finora non ha preso contatto con gli attivisti di “Immagine russa”, che non capisce fino in fondo il loro punto di vista e che perciò non sa se collaborerà con loro. Fra l’altro, anche le opinioni di Miščenko sono piuttosto strane: per esempio ha dichiarato che “Lev Ponomarëv21, Karine Clément22 e Gejdar Džemal’23 sono legati alle organizzazioni anarchiche internazionali”.

I funerali di Ivan Chutorskoj, che hanno radunato circa duecento persone, si sono svolti sotto il controllo dell’OMON e del centro “È”. Anche in molte città russe ed europee si sono svolte manifestazioni in memoria di Chutorskoj. A Mosca le manifestazioni per strada sono state fissate per domenica. Anna Seleznëva, attivista di “Azione autonoma”24, ha raccontato alla “Novaja gazeta” che, secondo gli antifascisti, polizia e autorità generalmente sono orientati a non proibire manifestazioni in proposito, ma che semplicemente non si è riusciti ad accordarsi per fare domenica sia i cortei che le manifestazioni. Di conseguenza ai Čistye Prudy25, dove avrebbe dovuto esserci una manifestazione, e ai Giardini di Alessandro26, dove sono stati deposti dei fiori, c’erano quasi più tutori dell’ordine che antifascisti. Tutto si è svolto senza incidenti, per domenica sono in programma manifestazioni pacifiche e legali di memoria e di protesta.

Alcuni attivisti per i diritti umani (Jurij Samodurov27, Gleb Jakunin28, Svetlana Gannuškina29, Ljudmila Alekseeva30, Lev Ponomarëv e altri) hanno rilasciato una dichiarazione comune per invitare gli antifascisti a non vendicare Chutorskoj. Ma purtroppo questo modo di porre la questione è fuori dalla realtà. Le azioni dei nazi e degli antifascisti radicali non sono motivati dalla vendetta per qualche persona concreta, ma da un profondo odio reciproco creatosi da tempo. Dal desiderio di attaccare non qualcuno in concreto, ma chi si riesce a raggiungere e poi filarsela senza conseguenze.

In tal modo un potere che non guarda ai mezzi e ai sostenitori temporanei alla fine ha ottenuto tanto un underground giovanile di estrema destra quanto anche – come conseguenza – di estrema sinistra (antifascisti, anarchici). Gli estremisti di destra sono comparsi qualche anno prima, con loro hanno giocato a lungo gli organi per la tutela dell’ordine a loro socialmente vicini, perché si sono sviluppati senza problemi e ora sono un po’ più duri: sanno usare esplosivi e armi da fuoco e, a ben vedere, hanno soldi.

Gli estremisti di sinistra sono troppo diversi: qualcuno attacca i fascisti anche senza una specifica componente ideale – solo per bruciante odio verso di loro; qualcuno si preoccupa di più della guerra con lo stato che di quella con le correnti di estrema destra; qualcuno si può chiamare un antifascista di idee… Ma la stessa posizione di queste persone – fuori dalla legge – da il corrispondente vettore di pensiero. Tanto più che a nessun ideologo di Stato è venuta in mente l’idea di un “antifascismo guidato”, se non si considerano i “Naši31” , i cui compiti fin dall’inizio sono altri.

Perché avviene questo? Eppure tutti hanno davanti agli occhi i nazional-bolscevichi e i giovani liberali che vanno in strada con cartelli inoffensivi e per questo l’OMON e i provocatori in borghese li storpiano, li gettano in prigione, li tartassano nelle sezioni di polizia… Ne deriva che coltelli, spranghe e bombe Molotov per lo stato rappresentavano qualcosa di più innocuo del volantinaggio e dei cortei pacifici?

Questo errore di calcolo verrà pagato caro. Tanto gli estremisti di sinistra quanto quelli di destra formano brigate non “verticalmente”, ma “orizzontalmente” – basandosi sulla fiducia personale, le conoscenza, l’amicizia. Il principio è quello della rete: la comunicazione si svolge attraverso Internet. Non ci sono leader dichiarati – ci sono correnti radicali, per le quali si versa sangue. Di conseguenza si hanno piccoli gruppi coesi, capaci di fare guerriglia del tutto indipendentemente. Per estremismo vengono inflitte pene non lievi e le persone impegnate in tali attività o vengono presto incarcerate o diventano professionisti. Prenderli è un compito ingrato. Già da un anno e mezzo i nazisti vengono incarcerati uno dopo l’altro, ma il loro underground non viene eliminato, anzi è passato a metodi più radicali di lotta, con l’uso di armi da fuoco.

Se qualcuno è pronto a dire quando tutto questo finirà, probabilmente è un incompetente. Si possono certo portare gli esempi di Italia, Germania e altri paesi europei, che non molto tempo fa erano colpiti duramente tanto dal terrorismo di estrema sinistra, quanto da quello di estrema destra, nella guerra con i quali lo Stato è uscito vincitore. Ma le democrazie dell’Europa Occidentale non sono sovrane e guidate come quella russa. La riserva di solidità dei loro sistemi è un po’ più grande della nostra.

Aleksandr Litoj

(25.11.2009, “Novaja gazeta”)

(Tutte le illustrazioni sono prese da Flickr)

  1. Membri del partito Nazional-Bolscevico, che fonde elementi marxisti e nazionalisti. Non ha riconoscimento legale e un tempo si segnalava per azioni da squatter. []
  2. Il “partito del potere”, che porta avanti la politica di Putin. []
  3. L’avvocato e attivista per i diritti umani Stanislav Jur’evič Markelov e la giornalista anarco-comunista Anastasija Èduardovna Baburova furono uccisi in pieno giorno a Mosca il 9 gennaio 2009. []
  4. “Fiorito”. Viale del centro di Mosca. []
  5. Otrjad Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere russa, nota per la sua durezza. []
  6. Centro per la repressione dell’estremismo politico (È sta per èkstremizm). []
  7. Organizzazione nazionalista. []
  8. Dviženie protiv nelegal’noj immigracii (Movimento contro l’Immigrazione Clandestina), movimento xenofobo. []
  9. Movimento che persegue una Russia “puramente slava” e ha come simbolo una svastica camuffata. []
  10. Movimento nazionalista di tendenza fondamentalista cristiana. []
  11. Maksim Nikolaevič Miščenko, deputato di “Russia Unita”. []
  12. Tutte le assemblee legislative russe si chiamano Duma, di qui la precisazione. []
  13. Movimento neonazista nato nel Regno Unito. 18 sta per “Adolf Hitler” (la “a” è la prima lettera dell’alfabeto latino, la “h” l’ottava). []
  14. Ob”edinënnaja Brigada 88 (Brigata Unita 88 – 88 sta per “Heil Hitler”, in quanto la “h” è l’ottava lettera dell’alfabeto). []
  15. Qualcosa come “ciclo”, “ruota che gira” (il termine pare slavo arcaico, ma in realtà è di origine aulica e recente). Si tratta di una specie di svastica a otto braccia, è un simbolo solare pagano, molto popolare nell’estrema destra russa. Il gruppo rock Kolovrat si segnala per essere apertamente nazista. []
  16. Piazza del centro di Mosca. []
  17. Giornata dell’Unità Nazionale, festa che dal 2005 sostituisce la festa della Rivoluzione Russa (già divenuta in epoca post-sovietica Giorno della Riconciliazione). Il 5 novembre 1612 Polacchi e Lituani che volevano porre il figlio del loro re sul trono russo rimasto vacante si arresero ai moscoviti in rivolta, guidati dal borghese Minin e dal principe Požarskij. La loro cacciata portò all’ascesa dei Romanov. Alessio I, secondo zar della dinastia, sancì che questo avvenimento si festeggiasse il 4 novembre, festa dell’Icona della Madonna di Kazan’. []
  18. Google Italia da risultati diversi. Comunque si trovano per primi link a testi di canzoni del gruppo dai contenuti assolutamente razzisti. []
  19. Varjag (Variago) era il nome di un reggimento delle SS formato da russi emigrati dopo la Rivoluzione. []
  20. Nome antico della Russia. []
  21. Lev Aleksandrovič Ponomarëv, attivista per i diritti umani e membro del movimento “Solidarietà”, ispirato a Solidarność. []
  22. Sociologa e attivista per i diritti umani francese, residente da anni in Russia. []
  23. Gejdar Džachidovič Džemal’, filosofo e attivista politico islamico. []
  24. Movimento anarco-comunista. []
  25. “Stagni puliti”, laghetto nel centro di Mosca, un tempo discarica per resti di macelleria, poi ripulito. []
  26. Parco nei pressi del Cremlino. []
  27. Jurij Vadimovič Samodurov, ex direttore del Museo moscovita dedicato a Sacharov. []
  28. Gleb Pavlovič Jakunin, ortodosso dissidente. []
  29. Svetlana Alekseevna Gannuškina, membro del consiglio del Presidente per i diritti umani. []
  30. Ljudmila Michajlovna Alekseeva, presidente del “Gruppo di Helsinki”, organizzazione nata per richiamare l’Unione Sovietica e in seguito la Russia al rispetto degli impegni per I diritti umani presi con il Trattato di Helsinki del 1975. []
  31. “I Nostri”, organizzazione giovanile putiniana che addita come “fascisti” quasi tutti gli avversari di Putin. []

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