Anche Medvedev Sogna Pecore Elettriche?

Pubblicato da Blicero il 10.12.2011

Poco dopo la mezzanotte di mercoledì 7 dicembre sul profilo Twitter di Dimitri Medvedev è apparso questo re-tweet:

È ormai assodato che se una persona scrive l’espressione “partito dei farabutti e ladri” sul suo blog è chiaramente una stupida pecora succhiacazzi :)

Il tweet viene rimosso il più in fretta possibile –  ma non abbastanza. Gli screenshot dell’insulto diretto all’avvocato e blogger anti-corruzione Alexei Navalny1  avevano già cominciato a diffondersi sul web. In un comunicato stampa emesso il 7 mattina il Cremlino ha parlato di un fantomatico “malfunzionamento” dell’account del presidente russo:

Dopo un’indagine si è scoperto che, durante un ordinario cambio di password, un responsabile per la manutenzione tecnica dell’account ha interferito in maniera inaccettabile con il profilo @MedvedevRussia. Il colpevole sarà prontamente punito.

Naturalmente, una giustificazione del genere non sta in piedi. È molto più probabile che qualche stagista abbia retweettato di proposito il tweet originale del deputato della Duma Konstantin Rykov (Russia Unita, ça va sans dire), descritto da Evgeny Morozov nel suo libro “The Net Delusion” come colui che meglio di chiunque altro “incarna l’immensa sofisticazione della macchina propagandistica dell’Internet russo”.

Nato nel 1979, Rykov in più di un’intervista si è definito “il primo pornografo russo” ed è quasi universalmente considerato il padre putativo di RuNet – com’è colloquialmente chiamata la Rete russa. Nella seconda metà degli anni ’90 il giovane moscovita è stato l’animatore di una serie di progetti controculturali di successo. Nel 1998 ha fondato Fuck.ru, un’e-zine che si occupava in maniera ironica della vita notturna di Mosca, di arte e di intrattenimento leggero. Ma appena qualche anno dopo Rykov è un’altra persona, pronta ad entrare in Parlamento, a diventare una specie di ambasciatore di Russia Unita per Internet e ad abbracciare uno stile di vita nettamente più conservatore rispetto agli esordi.

Rykov torna utile al Cremlino principalmente per la sua transmedialità: sa muoversi perfettamente sia nell’editoria tradizionale che nei new media. Nel primo campo fonda “Poplit”, una casa editrice che fa un uso aggressivo dei social network per promuovere i suoi libri. Nel secondo, tramite la sua società New Media Stars, crea una serie di siti web tra cui si segnalano zaputina.ru (“Per Putin!”, una campagna di supporto al terzo mandato presidenziale per lo Zar), dni.ru (un tabloid molto cliccato), dozory.ru (un gioco sci-fi basato sul web) e vz.ru (una specie di Slate russo reazionario). Ma il suo più grande successo in campo online è Russia.ru, una web-tv che affianca programmi come “The Tits Show”2 a contenuti estremamente propagandistici.

In tal senso, la società di Rykov ha prodotto un documentario (“Guerra 08.08.08: la Guerra del Tradimento”) sulla breve guerra dell’estate 2008 tra Russia e Georgia. Le modalità di distribuzione del film sono decisamente più interessanti del contenuto – una scontata tirata ideologica volta a denigrare il più possibile i soldati georgiani. “Guerra 08.08.08” inizialmente viene lanciato su Russia.ru e sul circuito peer-to-peer, incoraggiando persino la pirateria. Nel primo anniversario della guerra il documentario viene trasmesso in televisione, e contestualmente viene pubblicato un libro omonimo che trova il favore critico della stampa e dei blogger3.

É grazie a persone come Rykov che la censura del Cremlino ha fatto un salto di qualità: non più semplice repressione del dissenso, ma propaganda attiva e penetrazione nell’Internet attraverso uno sconfinato network di siti, blog e portali alleati. “La censura non è compatibile con Internet – ha detto Rykov nel 2009 – Finché esiste Internet, la censura è impossibile”. L’affermazione di Rykov è stata ripresa da Putin in persona: “Nella Federazione russa non viene esercitato nessun controllo sul World Wide Web, ovvero sul segmento russo dell’Internet”. Già. Come scrive Morozov, “questo è il genio propagandistico di Rykov al suo meglio: il Cremlino guadagna punti nella propaganda semplicemente non censurando Internet”.

Per tornare al re-tweet di Medvedev, personalmente credo che sia piuttosto sbrigativo bollarlo come una mera gaffe. Ci sono implicazioni molto più profonde che hanno a che fare con tecniche estremamente raffinate e moderne di sorveglianza e censura del web da parte di uno Stato autoritario. È vero: il periodo post-elettorale in Russia ha visto un attivismo online senza precedenti. Ma non va assolutamente dimenticato che dall’altra parte ci sono persone preparate tanto quanto Navalny & co. E che nella battaglia per il controllo della Rete sono avanti di qualche anno.

  1. Ovvero colui che ha coniato l’espressione “partito dei farabutti e ladri” (Partija Žulikov i Vorov) riferendosi al partito di Putin Russia Unita. []
  2. La formula della serie è molto semplice: ad ogni puntata un tizio viene mandato in giro per locali russi a cercare le tette migliori. E, si sa, in Russia non è difficile trovarne in abbondanza. []
  3. Ora, non so se Rykov abbia letto “Cultura convergente” del professore del MIT Henry Jenkins, ma l’intera operazione è davvero un trionfo di transmedialità. []

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