Una Lezione Criminale

Pubblicato da Benway il 10.02.2011

Disclaimer: personalmente credo che Romanzo Criminale sia – per distacco – la miglior serie mai prodotta in Italia. Nel nostro paese non si era mai vista prima una produzione così attenta a fornire la massima qualità in tutti i settori, dal cast alla regia, dalle sceneggiature alla ricostruzione del periodo storico. C’è anche da dire però, che chiunque ne parli lo fa accostandola qualitativamente alle grandi produzioni americane. Esagerando.

In questo pezzo quindi non voglio assolutamente sminuire il lavoro – lo ripeto, egregio – della produzione di Romanzo Criminale ma solo esporne alcuni punti deboli nella speranza che continuando su questa strada la televisione italiana possa colmare la lacuna lasciata da un cinema che francamente è più di là che di qua, e credo che per farlo il modo migliore sia quello di fare un confronto con le famose “produzioni americane” citate a più riprese dalla stampa di settore e non.

Genere

In una classificazione classica di stampo americano Romanzo Criminale è ovviamente un crime drama: ci sono i delinquenti e le loro storie, le forze dell’ordine che li contrastano e tutta la rete di rapporti che gira attorno a queste figure. Il tono è quello classico del dramma (in alcuni momenti consapevolmente shakespeariano) con ben poche concessioni al melò ed ancora meno incursioni nella commedia. Il ritmo è sempre alto e ci sono poche divagazioni dalla trama principale.

Dato che poco sopra ho parlato di confronto le migliori produzioni d’oltreoceano di questo genere sono secondo me la famosissima The Sopranos (per chi non l’avesse mai vista, a parte lo scontato consiglio di farlo al più presto, la serie gira attorno al fittizio boss della Mafia del New Jersey Tony Soprano alle prese con problemi personali, familiari e “lavorativi”), la meno famosa ma altrettanto eccellente The Wire, che in cinque stagioni racconta la criminalità di Baltimora, considerata quasi unanimemente “la città più pericolosa d’America” e The Shield, probabilmente la prima serie in cui si sovvertono i ruoli ed il protagonista è quello che in qualsiasi altro contesto sarebbe il “cattivo”.

Personaggi

Una serie TV ha bisogno anche più di un lungometraggio di personaggi solidi, accattivanti ma allo stesso tempo coerenti e che facciano immediatamente presa sul pubblico. Da questo punto di vista Romanzo Criminale per quanto riguarda La Banda in effetti ha ben poco da invidiare alle più blasonate serie americane: il Libano nella prima stagione ruba la scena, è un personaggio che ha una sua evoluzione precisa, magari prevedibile, ma non per questo meno affascinante.

Gli altri, che nella prima stagione giocano un ruolo un po’ da comprimari, sono sempre eccellenti: Freddo e Dandi mostrano già le loro differenze caratteriali e la banda in generale è ben caratterizzata. Menzione speciale per il Bufalo, il migliore degli “altri” ed in generale uno dei personaggi meglio scritti che mi sia capitato di vedere in una serie TV. Volendo citare direttamente i Soprano, mi ha ricordato un po’ Furio Giunta, ovvero un personaggio che magari si vede per meno tempo di altri ma che in quei momenti catalizza l’attenzione. Per questi personaggi ovviamente oltre che agli sceneggiatori vannno fatti i complimenti agli attori, davvero bravissimi. Sotto questo punto di vista però c’è anche un rovescio della medaglia, e cioè i “buoni” ed i personaggi femminili.

Il commissario Scialoja è un personaggio un po’ bidimensionale al quale è molto difficile affezionarsi e che in generale ricorda quei personaggi stereotipati di qualche vecchio sceneggiato RAI. In The Wire, invece, i personaggi delle due fazioni avevano la stessa dignità e sì, spesso i rappresentanti della legge avevano lati oscuri, ma questi non erano mai mostrati sfacciatamente allo spettatore ma elegantemente accennati.

Per quanto riguarda le donne, in Romanzo Criminale fondamentalmente ce ne sono due: Patrizia e Donatella. Patrizia è un personaggio all’inizio interessante ma che si perde velocemente e diventa poco più di una macchietta, serve più che altro ad alimentare un (fastidioso) triangolo amoroso più adatto al primo pomeriggio di Canale 5 che alla prima serata di SKY Cinema. Donatella, molto semplicemente, è un plot device: serve solo agli sceneggiatori per togliersi da qualche situazione difficile da risolvere con i soli personaggi della Banda ed ha un ruolo esagerato nel finale della serie.

I Soprano ci avevano mostrato donne fragili ma decise, donne dure ma depresse e donne ambigue, senza mai dare l’impressione di forzature o deus ex machina. La stessa cosa si può dire per le donne di the Shield, in cui il presonaggio di Claudette è probabilmente l’unico vero”eroe” classico di tutta la serie.

Dialoghi

Anche qui c’è da fare lo stesso distinguo: i dialoghi dei componeni della banda sono quasi sempre ottimi ed in questo caso il senso di immersione con il periodo geografico e storico è totale, cosa che ricorda un po’ il mostruoso lavoro linguistico svolto da David Simon, il creatore di The Wire. Quelli dei personaggi “di contorno” invece danno la classica sensazione di scadere nel melodramma ed essere comunque piuttosto prevedibili. Inoltre, suonano troppo “scritti”, e come dice il grande Elmore Leonard (che insomma, di dialoghi qualcosina ne sa) “quando finisco di scrivere qualcosa lo rileggo, e se sembra scritto, lo riscrivo”.

Regia e montaggio

Quasi sempre su livelli elevatissimi, anche se non sempre in fase di montaggio i realizzatori sono riusciti a far risaltare lo scorrere del tempo, alle volte sembra che succeda tutto in pochi giorni mentre magari nell’universo della serie sono passati mesi.

Sceneggiatura

La sceneggiatura generale della serie è ottima: non ci sono cadute di ritmo evidenti, i personaggi si muovono all’interno una rete invisibile che nelle produzioni italiane di solito non c’è ed in generale la serie ti tiene incollato allo schermo. Non sono degni di una produzione di questo livello alcuni siparietti comici (gli spaghetti sulla bara del freddo, ad esempio) e la maggior parte delle storie del passato dei componenti della banda (quella del Freddo in particolare è involontariamente comica.

Anche tutta la parte sul “potere oscuro” dei servizi segreti è piuttosto debole, soprattutto nella seconda stagione, in cui culmina con un passaggio del testimone a Scialoja che sinceramente, sia a livello puramente tecnico che simbolico, poteva essere evitato.

Conclusioni

Come ho già detto Romanzo Criminale, pur con i suoi difetti, è una grandissima serie televisiva. Se nelle prossime produzioni si cercherà di eliminare definitivamente quelle influenze melodrammatiche ereditate da un modo di fare televisione vecchio di 20 anni e si cureranno di più i particolari e gli elementi di contorno allora sì, si potranno raggiungere serie come quelle presentate in apertura.

Il fatto che HBO abbia comprato i diritti per la trasmissione della serie in suolo statunitense è un ottimo segnale per tutto il movimento e probabilmente anche uno sprone per continuare a lavorare nella direzione intrapresa.

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Drop the Hate / Commenti (9)

#1

Ted
Rilasciato il 10.02.11

Una delle cose migliori di RC credo sia la fotografia, comunque.

#2

Benway
Rilasciato il 10.02.11

Senza dubbio.

#3

Tetris
Rilasciato il 10.02.11

E’ possibile associare ciascun personaggio della serie (o del film) a un vero elemento della Banda della Magliana (es. Il Freddo – Abbatino), consci comunque della differenza tra fiction e storia ?

#4

Benway
Rilasciato il 10.02.11

@Tetris: le voci di Wikipedia della Banda e della serie sono molto complete in questo senso:

http://it.wikipedia.org/wiki/Banda_della_Magliana

http://it.wikipedia.org/wiki/Romanzo_criminale_-_La_serie

#5

blicero
Rilasciato il 10.02.11

Su La Stampa Scanzi ha tracciato tutti i personaggi e i loro paralleli storici

#6

prefe
Rilasciato il 11.02.11

blicero, sono piuttosto d’accordo con tutta la “recensione”. Circa il paragone coi Soprano no. I soprano, per carità fighi, ma avevano una botta di puntate riempitive, messe li per finire la serie. Troppo lungo, tanti sentimentalismi, ma soprattutto troppe storie di contorno messe per puntate che potevano essere evitate. Evito persino di ricordare quella con la cucinotta perchè era davvero triste.
Romanzo C. fa due serie molto dirette, l’ascesa e la caduta, senza troppi fronzoli. L’ho trovato più maturo.

#7

blicero
Rilasciato il 11.02.11

l’ha fatta benway la recensione

#8

Tetris
Rilasciato il 11.02.11

@ Benway: era più facile del previsto…!!!
@ Blicero: ottimo link de La Stampa
Grazie ad entrambi

Ho sempre considerato “Romanzo Criminale” (libro, film e serie) – vuoi per scarsa informazione – soltanto come una sorta di opera con una solida base storica, ma senza forti attinenze a fatti e personaggi reali.
Avendo soltanto visto il film, dove non è possibile scendere troppo in particolari, forse è ora che mi faccia un’idea più chiara con la serie.

#9

Benway
Rilasciato il 11.02.11

@prefe: non sono affatto d’accordo, la differenza sta nel fatto che I Soprano punta molto più in alto rispetto a Romanzo Criminale, e cioè a ricostruire un profilo psicologico credibile in toto per la maggior parte dei protagonisti. Vedasi l’adulterio solo accennato tra Carmela e Furio Giunta (che immagino sia uno dei sentimentalismi a cui fai riferimento) che è gestito con una misura ed una messa in scena da grande cinema (il finale di puntata in cui Carmela fa sesso con Toni ed in sottofondo parte la musica del ballo ad esempio è elegantissimo). La stessa cosa vale per i sogni e le allucinazioni di Tony, che delineano perfettamente il personaggio (per me l’episodio del coma è uno dei punti più alti della televisione dell’ultimo decennio). Romanzo Criminale da questo punto di vista è sì più diretto, ma anche più semplicistico, e quando ceerca di avventurarsi per le stesse strade esce dal confronto tipo Scialoja nella discarica.

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