Un Umano

Pubblicato da Blicero il 2.09.2011

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Il boato delle bombe è sovrastato per un attimo dai vagiti dei neonati partoriti prematuramente da donne gravide che Vittorio, i paramedici e gli attivisti riescono a portare con le ambulanze negli ospedali, e sopra il cielo rosso e livido di fumo nerastro si riesce quasi a scorgere una sorta di scatola che si chiude attorno a Gaza City, e degli scarponi che continuano a saltarci sopra, stritolando ossa, organi interni, il significato stesso di vita umana, e Vittorio si ritrova a pensare, “Se al posto dei palestinesi ci fossero dei teneri micetti la comunità internazionale insorgerebbe scandalizzata”, e un medico vicino a lui, come se fosse sincronizzato con i suoi pensieri, dice, “Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati”, poi si china su una scatola, la scoperchia e da questa straripano arti mutilati di ogni tipo, e Vittorio fa finta di ricevere una telefonata, mentre in realtà si dirige verso i bagni, dove si piega in due e vomita.

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Per capire la morte del giovane italiano è invece importante afferrare che essa è stata innescata dallo spurio mescolamento dei suoi ideali umanitari con la causa di Gaza integralista, dalla sua vita mescolata a quella dei suoi potenziali nemici nell’illusione di accattivarseli. […] Arrigoni amava i palestinesi, ma restava un estraneo. […] Per quanto uno si sia speso contro “il potere sionista” e abbia usato per gli ebrei l’appellativo “ratti” (purtroppo Arrigoni l’ha fatto, e questo tuttavia non può cambiare la pietas per lui e la sua famiglia), niente vale se sgarri rispetto a una norma non tua, che resterà indistinta fino alla lama del coltello.

Fiamma Nirenstein, Il Giornale

Adesso che è stato ucciso, dai tagliagole dell’Islam duro e puro, lo dipingono come un piccolo eroe dell’informazione o un illuminato cooperante senza paura. Davanti alla sua tragica morte è doveroso abbassare il capo, ma Arrigoni non era il San Francesco di Gaza. Piuttosto un idealista estremo, filo palestinese con i paraocchi, anti israeliano all’eccesso e un po’ anarchico […].

Fausto Biloslavo, Il Giornale

Arrigoni era un duro della militanza pro Hamas, certo. Ma era anche un ragazzo ardente che ha militato per un’idea (sbagliata) e lo ha fatto senza infingimenti, pronto perfino ad accettare una bella morte.

Il Foglio

Arrigoni aveva consacrato se stesso alla causa palestinese, con un’adesione totalizzante, assoluta, mistica, senza riserve, dubbi, sfumature. Una causa che ai suoi occhi si identificava con un odio altrettanto assoluto nei confronti dello Stato di Israele, descritto e demonizzato nel suo blog come l’espressione di ogni nefandezza, la manifestazione di uno scandalo storico che non ammetteva mediazioni e non concedeva nulla, ma proprio nulla, alle ragioni del Nemico. […] «Restiamo umani», amava dire Arrigoni. Ma certe volte il fanatismo ideologico ispira ineluttabilmente parole disumane […] Lui con le ragioni di Hamas si identificava in toto. […] Vittorio Arrigoni non era un pacifista, era un fiero e coraggioso combattente di una guerra per la quale si era generosamente speso con tutto se stesso. Era il combattente di una guerra sbagliata.

Pierluigi Battista, Corriere della Sera

[…] Penso che Vittorio Arrigoni sia stato vittima di quei pregiudizi che portavano a identificare la buona causa tutta da una parte e quella cattiva dall’altra. Ovviamente entro in punta di piedi in una vicenda dove qualcuno ci ha rimesso la pelle inseguendo i propri ideali di pace e di fratellanza. Non voglio dire che si sia sbagliato e che abbia buttato la propria vita al vento. Ma ho la sensazione che per un eccesso di idealismo, per una encomiabile voglia di battersi in nome dei più deboli, egli non si sia reso conto di quale groviglio di odio, vendette e integralismo religioso sia oggi Gaza.

Maurizio Belpietro, Libero

Nelle ultime settimane, pochi eventi come la notizia della morte del cosiddetto “pacifista” italiano Vittorio Arrigoni hanno suscitato in me un piacere più grande – nemmeno l’esecuzione di Bin Laden. La morte di un consumato odiatore di ebrei deve sempre essere un motivo di festeggiamento.

Geoffrey Alderman, The Jewish Chronicle Online

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Drop the Hate / Commenti (11)

#1

mezzatazza
Rilasciato il 02.09.11

Bello.

#2

Gingie
Rilasciato il 02.09.11

Ottimo.

#3

Neke
Rilasciato il 02.09.11

Il miglior articolo sulla vicenza Arrigoni, senza alcun dubbio. Grazie di questo contributo.

#4

Elena Marasco
Rilasciato il 02.09.11

Io sono una di quelli che dal giorno in cui Vittorio Arrigoni è stato ucciso ha messo una sua foto nel suo profilo di faceboock e la mantiene perchè Vittorio non deve essere mai dimenticato, perchè le istituzioni italiane non hanno fatto onore alla sua famiglia e alla sua morte, perchè seguivo il suo blog dal 2008, perchè era riuscito a innestare nel cuore e nella mente dei giovani palestinesi l’idea di una possibile rinconciliazione tra Hamas e Fatah, perchè Vittorio amava le utopie e le utopie sono alla base di ogni cambiamento e non bisogna mai smettere di crederci.

#5

Charlie
Rilasciato il 03.09.11

grazie Leo

#6

alessandro
Rilasciato il 03.09.11

che dolore ancora..Vik ha cambiato la vita di tanti che lo hanno conosciuto…anche la mia…hermano manchi tanto …

#7

Michel
Rilasciato il 29.09.11

Bello! Vittorio Arrigoni…

#8

Charles Benson
Rilasciato il 04.10.11

Ma che fine ha fatto l’ultimo articolo, “La battaglia di Keratea” ?
Era veramente bello e scritto molto bene.
Cosa è successo? Sembra esserne sparita ogni traccia,
tag compresa, anche se è ancora indicizzato su google

#9

McLaud
Rilasciato il 06.10.11

Mi aggiungo a Charles…io non ho neppure finito di leggerlo!

#10

Disoccupate Le Aule Dalla Verità | La Privata Repubblica
Rilasciato il 11.01.12

[…] – LEGGI ANCHE: “UN UMANO“ […]

#11

Marko Ramius
Rilasciato il 15.04.12

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