Il Golpe di Via Fani

Pubblicato da Blicero il 3.04.2008

L'agguato in Via Fani

L’affaire Moro non si è svolto semplicemente in cinquantacinque giorni. Non è iniziato il sedici marzo, e non è neppure finito il nove maggio 1978. E’ iniziato trent’anni prima, a Jalta, in una logica di spartizione planetaria: un gioco profano di sommi equilibri, una battaglia tra i due elefanti mondiali dell’epoca (USA e URSS) nella cristalleria Italia, bottega sgangherata di provincia.

Il merito de “Il Golpe di via Fani” di Giuseppe De Lutiis sta, essenzialmente, nell’aver rivolto l’attenzione dallo Stivale al resto del globo terracqueo, travalicando i risibili confini (non solo geografici) in cui si è effettivamente svolta l’azione eversiva delle Br. Uno snodo cruciale, uno spartiacque sanguinoso e tragico (come del resto lo sono state le bombe mafiose 1992-1993) in un paese che non sa accettare nè riconoscere la tragedia di cui è permeata la sua storia contemporanea, ma che preferisce trincerarsi – o meglio: farsi trincerare – dietro gonnelline papali, predellini di nanetti e zoccole d’antan.

Attenzione: non ci troviamo di fronte ad un saggio definitivo sulla vicenda; tutt’altro. La premessa dell’autore è fin troppo onesta: “La logica di Jalta esigeva che, con quel delitto, venisse di fatto impedito che i comunisti italiani entrassero, sia pure in posizione subordinata, in un governo di coalizione in Occidente. Questa eventualità era troppo pericolosa sul piano militare per gli Stati Uniti e addirittura devastante per la nomeklatura sovietica. Noi non abbiamo, e forse non avremo mai, le prove documentali di tale occulta convergenza. Ma gli indizi sono tanti e crescenti. Questo libro ha lo scopo di mettere insieme i frammenti di un puzzle che altri hanno tentato di scomporre.”

Convergenze occulte si, convergenze occulte no

Già Sergio Flamigni parlò di “convergenze parallele” (termine mutuato dal glossario DC) che avrebbero trovato nell’affaire Moro un formidabile sbocco e punto di incontro. I cinque processi finora svoltisi (escludendo dunque il Moro-sexies, ancora in corso) ci hanno, come al solito, consegnato una verità giudiziaria carente e frammentaria, da prendere con le molle. Insieme alle varie commissioni parlamentari, però, ci hanno offerto una mole impressionante di indizi – storici, indubbiamente – precisi e concordanti: uno di questi, ad esempio, è rappresentato dal ruolo mai del tutto chiarito svolto dalla “scuola di lingue” parigine Hyperion, vera e propria stanza di compensazione dei vari terrorismi occidentali ed anche orientali. Un altro: le ambiguità dell’ideologo delle Br Giovanni Senzani. Oppure l’enigmatica figura del direttore d’orchestra Igor Markevitch. Oppure molto altro ancora.

Il libro, in estrema sintesi, raccoglie puntigliosamente e con rigore filologico tutti gli spunti d’indagine che si sono arenati, vuoi per l’imperizia investigativa, vuoi per altri motivi, o che sono emersi (anche nei primi momenti del sequestro) ma che non sono mai stati approfonditi, addirittura estrapolando da circostanze apparentemente slegate dall’affaire analisi e riflessione valide e, proprio per questo, inquietanti.

Si può tranquillamente dire che il sequestro si pone, sin dal suo inizio, come un motore immobile scolpito nel tempo, che ha dato l’avvio ad una ristrutturazione globale e ad una drammatica ridefinizione delle strutture di potere, anche occulte, dello Stato italiano. Sullo sfondo di una lotta senza quartiere tra Stato e Br (ma siamo davvero sicuri che fosse così a viso aperto questa lotta?) la parola d’ordine era “destabilizzazione stabilizzante”: ovverosia, per dirla con Pasolini, l’istituzione perenne di “una serie di ‘golpe’ […] a sistema di protezione del potere”.

Piccoli e progressivi colpi di stato nei quali, evidentemente, si può ben annoverare l’agguato di via Fani se, come dice il fantomatico Steve Pieczenick in un’agghiacciante intervista, “la ragion di Stato [già, ma quale Stato? nda] ha prevalso totalmente sulla vita dell’ostaggio”. Lo stesso Aldo Moro, d’altronde, già durante il sequestro si accorse che erano finite le “ore liete del potere”: quelle stesse ore che si tramutarono, prima per lo stesso politico in via Fani, poi per il resto del paese, nelle “macabre, oscene ore liete del potere”, come le definì Sciascia ne “L’affaire Moro“, con rara potenza espressiva.

Ore, minuti, secondi che hanno scandito, e scandiscono, il battito vitale di una nazione; anni e giorni dai quali non siamo ancora usciti, nonostante il mutato assetto geopolitico mondiale. O, forse, proprio per questo.

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Drop the Hate / Commenti (3)

#1

Roberto Scaruffi
Rilasciato il 16.07.11

È tutto molto più semplice.
Moro è una storia andreottiana.
Moro sarebbe divenuto Presidente della Repubblica su accordo DC-PCI nel giro di pochi mesi.
Andreotti chiama un ufficiale di Polizia Segreta-CC ed ordina la liquidazione di Moro e di Berlinguer.
Cossiga (che è degli stessi giri massonici di Gelli) e Gellli di cui Berlinguer aveva rifiutato di ostacolare la ascesa (già Togliatti lo aveva voluto incontrare personalmente a guerra ancora in corso… i Berlinguer, i Cossiga, Togliatti, Gelli sono degli stessi giri massonici) allertano Berlinguer che dunque diviene intoccabile. Viene scortato, con miliziani anche lungo il percorso, da una numerosa milizia personale.
Le BR sono manipolate con tecniche di eterodirezione. …Qualcuno suggerisce loro sia Moro che Berlinguer… Tutti lo sapevano che stavano seguendo Moro per rapirlo. L’ufficiale di Polizia Segreta-CC ovviamente blocca qualunque intervento contro i BR che stanno filandosi Moro.
I BR non hanno esperienza di fuoco sufficiente. L’ufficiale di Polizia Segreta li aiuta tramite la ‘ndrangheta dei CC. Quello che spara davvero in Via Fani è “il legionario”, non i BR.
Idem il giorno del rapimento. Tutto lo sanno che Moro deve essere rapito quel giorno ed a quell’ora. La Polizie Segrete controllano le sale operative di CC e PS. Isolano la zona perché non vi siano auto di polizie in transito ed agevolano pure la fuga con posti di blocco per far fuggire tranquilli i BR. Possono isolare i telefoni, e li isolano. Sequestrano e fanno sparire le foto che ritraggono coloro che veramente sparano in Via Fani etc etc.
Qualche infiltrato i CC avevano tra i BR viene fatto espatriare con aiuto NATO come sempre fanno in questi casi. Gli altri sono manipolati con tecniche di eterodirezione. Non appena Moretti accenna a qualcuno in massima sicurezza a Cuneo (carcere pieno di microfoni dappertutto, sale colloqui e celle) che alla fin fine sono stati manipolati dai CC, viene accoltellato d’avvertimento. La cosa è organizzata dai CC…
In cambio delle sceneggiate di pentimento in tv e con libri, e di belinate del tipo “abbiamo combattuto ed abbiamo perso; oggi non ci sono più le condizioni” [deliri!!!] si evitano gli ergastoli che altrimenti avrebbero dovuto farsi.
Se poi volete credere alle favole, “complotti oscuri”, “CIA”, “KGB”… …credeteci!
Tutto lo stragismo e terrorismo è sempre e solo del governo reale, allora Andreotti ed i suoi CC. Non solo Andreotti.
Per qualunque episodio, da sempre fino ad oggi [terrorismo, mafia etc], controllate chi sta al governo e chi sta al Quirinale e chi controlla gli uffici di polizia segreta dei CC. Dal 1992-Capaci, il Quirinale. Prima in condominio tra il Quirinale ed il capo del governo. Il tutto con assenso NATO, alias inglesi ed americani con ficcanaso francesi e tedeschi anche se non contano nulla.
L’altra balla che vi contano è quello dei servizi deviati. I deviati non esistono. Ci sono solo delinquenti, malati e corrotti che obbediscono ai delinquenti, malati e corrotti del governo reale [di cui fan parte pure le opposizioni, di solito]. Il segreto di Stato, con omertà parlamentare, li copre tutti e sempre.
Non vi sono pressoché MAI “trame” estere. È tutto interno.
Roberto Scaruffi
[nome vero e non diffusissimo, per cui io sono io senza dubbi; non ci sono altri che possano occuparsi di queste cose con una qualche competenza ed onestà]

#2

Roberto Scaruffi
Rilasciato il 16.07.11

Interventi esteri, “i partigiani del PCI”, etc etc.?
Semplice!
Se qualcuno ha aiutato qualche d’un altro, è perché c’è stata una precisa richiesta della Polizia Segreta-CC, dunque del governo reale [Andreotti od altri, fino al 1992-Capaci e sempre con copertura anglo-americana; dal 1992-Capaci, c’è la dittatura quirinalizia compradora ed il governo formale non conta nulla].
Cos`è una Polizia Segreta?
In Italiozia, sono storicamente innanzitutto uffici speciali dei CC, con tesserini-regolamenti-poteri speciali e coperti dal Segreto di Stato. Danno ordini pure alla magistratura, sia perché fotta qualcuno sia perché rifiuti di aprire inchieste.
Procuratori ed altri che non capivano bene come stessero le cose e pensavano di essere loro i capi delle inchieste venivano liquidati. Idem stessi dei CC ed altri che non osservavano l’omertà di corpo e di regime, come il Dalla Chiesa che raccontava a Pecorelli dove era Moro e perché Andreotti e Cossiga avessero ordinato di farlo ammazzare (tra l’altro lo ammazza la Magliana dei CC, non i BR; Moro lo scrive che viene passato dai BR ad altri… Le verità stanno sempre sotto il naso; ecco perché nessuno le vede…). Non a caso, Andreotti avrebbe voluto mandare Dalla Chiesa nelle aree di ‘ndrangheta… Non c’era comunque lui al governo, in quel momento. Oh, che caso, c’era lo stesso che da Presidente temporaneo ordinò poi la strage di Capaci per conto del blocco comprador-repubblikino! Per cui i CC “andreottiani” non venivano poi bloccati da altri governanti cui pur passava il controllo dell epolizia segrete.
L’unico episodio in cui i CC “andreottiani” non c’entrano è Capaci, perché è contro Andreotti. Falcone sarebbe stato lo stesso liquidato ma dopo che Andreotti fosse divenuto Presidente. Infatti su Capaci scoppia poi la guerra CC=><=QuirinaleScalfaro con strascichi fino ad oggi. Tutti i CC che arrestano Riina (protetto dal Quirinale-PS con Cazzelli* vari al seguito) sono poi fottuti, in vario modo…
http://scaruffi.blogspot.com/p/ros-one-of-carabinieri-secret-police.html

(*) Con l'attenuante dell'ottusità salesiana, forse. Non dell'onestà, sconosciuta in quegli ambienti.

#3

Jerry Masslo II CèL
Rilasciato il 19.08.11

chi doveva proteggere i cittadini italiani tra cui Moro c’era kossiga, il titolare del ministero degli interni e grande amikone di gelli che godeva quando ne scrivevano il nome con le esse runiche. kossiga riformò i servizi italiani a suo abuso e consumo ed era dipinto come contiguo ai servizi segreti americani e operante su loro mandato, da superpotenza quindi, e gelli contribuì non poco a conferirgli l’alone nazistoide.

qui cominciano le incongruenze perché gelli era massone e kossiga pubblicamente si vantava di discendere da famiglia di tradizioni massoniche, perché gelli fu fascista e ufficiale di collegamento coi nazisti e i nazisti mandavano ai lager i massoni.

le sembianze nazistoidi di kossiga poi contrastano con la sua amicizia con kissinger, lo stesso kissinger che con un solo colloquio provocò un collasso a Moro e kossiga si affrettò a rassicurare che era dovuto al linguaggio diretto dell’amerikano. un nazistoide che va a braccetto con un perseguitato dai nazisti?

non per caso ma a causa degli sviluppi dell’ultimo berlusconismo che ha fatto emergere inquietanti caratteri stalinisti sotto una deriva autoritaria di stampo nazistoide ostentata! è corso l’obbligo di chiedere ai motori di ricerca: cossiga stalin!! esito assurdamente più che positivo e inoltre gelli infine tradì il terzo reich e riparò nella Sardegna dell’ex emerito.

e che democristiano sarebbe stato kossiga coi suoi super segreti gladiatori?
i gladiatori erano schiavi condannati a ammazzarsi per il divertimento politeista dopo antipasto di massacro di cristiani!

poi ci sono gli studi su marx satanista appartenente a loggia massonica degenerata e la domanda di stalin: quante divisioni ha il papa?

i caratteri satanisti in URSS e paesi satelliti sono stati ampiamente descritti altrimenti a niente varrebbero gli studi su marx segreto e del resto l’ateismo di stato già colloca il comunismo reale fuori dai principi sanciti dalla Rivoluzione Francese, coincidenti con principi massonici, anticlericale in epoca di commistione tra potere spirituale e temporale ma non antireligiosa in quei principi.

se poi si considera una chiave matematica si arriva all’ASSOLUTO ABOMINIO DI MACCHINA DELL’IGNORANZA DI sstalin (due s per le ss al suo servizio) che costruiva nemici per catturare alla sua interessata amicizia le stesse vittime.

e testi sono scritti del favore di sstalin per Israele però la DDR finanziava l’OLP e il solito kossiga in una sola intervista riuscì a diffamare Moro dopo morto e mettere contro palestinesi, israeliani e italiani, per non dire delle 2 commissioni 2 per liberare Moro che istituì infarciti di piduisti con fughe di notizie verso i terroristi che kossiga faceva pure espatriare.

Conoscenza è LIberazione
universale
CèL

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