Guerra Generazionale Per Idioti

Pubblicato da Blicero il 29.01.2013

-----

Siamo ombre, figure inafferrabili, trasparenti – sagome che puoi incontrare per strada, sui marciapiedi, nei supermercati, a volte persino nei cubicoli degli uffici. Facce indistinte e anonime. Facce che suscitano una strana sensazione, un opprimente déjà vu. Una colpa quasi atavica. Fastidio. Disgusto, in fondo.

Dov’è che le avevate già viste, queste facce?

Dietro al bancone a spillare birra, forse. (Che espressione torva avevamo). Sotto un casco con in mano quattro pizze gelate, oppure sotto un cappellino delle consegne. (Non sembravamo per nulla contenti). Davanti allo schermo di un computer, per più di 12 ore. Tutti i fottuti giorni. (Ma non è il caso di prendere un po’ di aria, alla nostra età?) Oppure magari su Internet, una finestra aperta sul porno ed altre dieci su offerte di lavoro, stage, annunci, qualsiasi cosa, all’estero, in patria, altrove. O ancora, piegati per riempire di disperazione quei curriculum formato europeo, a ingolfarli (però massimo 2 pagine, 3 non se le caga nessuno) di esperienze all’estero, studi, «precedenti esperienze lavorative», lingue parlate – fondamentali – e poi la domanda più crudele: «quali sono le tue passioni?»

Vi abbiamo visti in fila alle poste alle 11 di mattina a pagare le bollette, dentro la banca a ritirare i quattro spiccioli che tirate su per cercare pateticamente di pagare l’affitto della stanza nella Metropoli, ché la vostra cameretta ormai vi stava stretta. Siete degli stranieri nella vostra città. Siete dappertutto. Non siete da nessuna parte. Costantemente in movimento, i nervi a sfilacciarsi, i fegati gonfi come spugne e le borse a gonfiarsi sotto gli occhi. Non avete nemmeno più lacrime per piangere.

Lo sappiamo. Lo sapete meglio di noi.

Ci osserviamo, e ci facciamo pena. Stiamo vendendo la nostra vita per sopravvivere. Malissimo, tra l’altro.

Ma è colpa nostra. Nostra colpa. Nostra grandissima colpa.

O almeno, questo è quello che gli umanoidi pseudo-hipster-turboliberisti ci hanno infilato in gola fino a convincerci che è così. Dovete andare bene a scuola – ci dicevano – andare bene a scuola poi vi preparerà per il mondo; i buoni voti vi spianeranno la strada al successo; non vorrete mica finire male, no? No.

Conformatevi.

D’accordo. Abbiamo fatto tutti gli studi che andavano fatti, corroso il patrimonio familiare, dilapidato gli anni migliori. Ci siamo imbarcati in master-truffa a 5 cifre che ci hanno fatto alzare alle 7 del mattino e per essere trattati come poveri stronzi da executive abbronzati con la suoneria di qualche gruppo anni ’90 (o direttamente di Faccetta Nera) e tutta la droga e i figli e le soddisfazioni e le puttane che non potremo mai permetterci.

Però è colpa nostra.

O almeno, questo è quello che ci dice Fiammetta Cicogna mentre strisciamo a casa con la ferma idea di aprire il fuoco – velleità immediatamente soppiantata dall’abisso di solitudine che ci succhia via ogni residuo di gioventù dagli occhi.

C’è una caratteristica diffusa tra i giovani che non ti piace?

Tanti giovani sono rassegnati e al posto di “fare” il mondo, lo subiscono, non concentrandosi sul proprio percorso, ma commentando quello degli altri e trovando ogni scusa possibile per non prendersi la responsabilità dei loro insuccessi. Si e’ vero, c’e clientelismo e poca meritocrazia, ma dove e quando mai non ci sono stati? Basta piangersi addosso svegliandosi a mezzogiorno e pensando solo a quando arrivano le vacanze…FARE!

Sieg heil, Fiammetta.

Siete la generazione perduta, anzi quella stressata, meglio ancora: delusa. Porca troia, decidetevi una volta per tutta. Abbiamo bisogno di attaccarvi un aggettivo pretesuoso per lavarci la coscienza e sacrificarvi sull’altare della recessione.

Che poi, a pensarci bene, la generazione perduta non esiste. Voi, semplicemente, non esistete. Però siete comunque una speranza – se solo vi decideste a svegliarvi prima di mezzogiorno e non subire il Mondo. Fate tesoro di questo strabiliante articolo apparso su un quotidiano polacco:

Paradossalmente, come dimostra soprattutto l’esempio della Spagna, l’alta percentuale di giovane disoccupati può essere una speranza. Il forte aumento della disoccupazione in Spagna negli ultimi anni è stato provocato più dalle riforme del mercato del lavoro varate dal primo ministro Mariano Rajoy che dalla recessione. “I datori di lavoro ormai possono licenziare più facilmente i lavoratori in eccesso, ma quando le condizioni del mercato miglioreranno non esiteranno a riassumere”, dice Jorge Nunez, esperto del think tank Ceps di Bruxelles.

Capito? «Quando le condizioni del mercato miglioreranno» sarete assunti, tranquilli. E miglioreranno, statene certi. Abbiate fede. Sarete assunti quando avrete 40 anni, avrete perso tutto – dalla famiglia agli affetti alla casa – e il «mercato» vi guarderà schifati mentre state per varcare la soglia di un Compro Oro della ‘ndrangheta con l’argenteria di famiglia, poi si girerà dall’altra parte e piscerà in uno squallido vicolo cieco – e voi sarete esattamente in quel vicolo, proprio sotto il getto, tuttosommato riconoscenti.

Ma dovete essere ottimisti. A partire dalle prossime elezioni, la politica si prenderà cura di voi. Riallaccerà quel rapporto troncato così ignominiosamente. Avanti, cosa sono quelle facce? Cos’è questa sfiducia? Perché solo il 45% di voi è felice? Perché 7 su 10 di voi vuole scappare dal Paese in cui è cresciuto? Perché cazzo non volete darci il vostro voto? Abbiamo bisogno, del vostro voto. Per voi. Datecelo il 24-25 febbraio. Fateci un pensierino, dai.

No.

Perché?

Perché non abbiamo più nessuna richiesta da fare, ormai.

E allora fottetevi. Inetti, stupidi, pavidi, cialtroni, viziati e irriconoscenti. Sfigati senza spina dorsale che non siete altro. Ciucciatevi le nostre riforme, ingoiatele fino in fondo. Voi ve li sognate i contratti precari. Per voi persino la precarietà è un lusso da conquistare con il sangue, e i call center un miraggio nel deserto dell’austerità.

Nessuna «letteratura» è possibile, su di voi. La vostra realtà che non esiste. Il mondo è partito, e vi ha lasciato indietro senza troppi rimorsi. Ci suscitate rabbia, mestizia, delusione. Ma non compassione, quella mai: dopo che noi vi abbiamo dato tutto, è così che ci ripagate?

Sì.

Vedo che finalmente avete capito.

Già. Abbiamo capito quanto stranamente liberatoria possa essere quella sensazione che deriva dalla perdita di ogni speranza, dall’abbandono della lotta – il tiepido abbraccio dell’apatia, lo sguardo vuoto sulla nostra irrilevanza, la rinuncia totale ad ogni forma di ribellione, anche la più insignificante.

(Non azzardatevi, altrimenti vi beccate 10 anni di carcere per devastazione e saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale).

Continuate pure le vostre guerre fratricide, le vostre strette di mano untuose e opportuniste ai «cittadini», i vostri sondaggi, le vostre false rivoluzioni civili, i vostri accordi elettorali, i vostri esperti di comunicazione, i vostri fraudolenti appelli al voto utile, la vostra guerra generazionale. Tenetevi tutto, che a noi non interessa. Siamo troppo impegnati.

Troppo impegnati ad aspettare tempi migliori.

Tempi migliori che non arriveranno mai.

Condividi

Drop the Hate / Commenti (11)

#1

ale
Rilasciato il 29.01.13

non so, come sempre quando si parla di “generazione” provo sentimenti misti. da un lato mi sembra tutto giusto, dall’altro ognuno è responsabile, in maniera più o meno ampia, della propria vita e di quella del mondo che gli gira intorno.

sicuramente la nostra fetta di responsabilità sulle condizioni attuali è più piccola di quella di altri, tanti altri, sicuramente meno di quella della generazione 68 o dei 20enni degli anni 80, ma abbiamo anche noi le nostre “colpe” e il dovere di provare a trovare una soluzione ai nostri problemi, qualunque essa sia.

non so come, ma tanto per starmene seduto a bere birra e disperarmi mentre mi levano il poco che rimane tanto vale fare un tentativo.

#2

F. Merlo
Rilasciato il 29.01.13

Che cupezza.

#3

lingua lunga
Rilasciato il 29.01.13

c’è ancora una cosa da fare in un mondo così in fondo, distruggerlo. è anche un antidoto niente male contro l’apatia.

(un po’ puntigliosamente, ti segnalo che hai scritto balcone al posto di bancone)

#4

Blicero
Rilasciato il 29.01.13

Grazie della segnalazione.

#5

L.
Rilasciato il 30.01.13

Sono confusa. Confusa come una bambina di cinque anni nella “matriostica” fase dei perché, quando ogni risposta genera un altro quesito fino a scarnificare la questione, fino a disarmare l’adulto che non ha più risposte. Con la stessa innocenza di una bambina di cinque anni, mi chiedo perché? Io davvero non capisco. Non sono una persona intelligente, questo lo so, ma sono curiosa. Sono una formica che cerca di portarsi a casa quante più briciole possibili, consapevole che ci sono un’infinità di briciole che non raccoglierà mai e altre che perderà per strada. Ma perché? Perché ci siamo ridotti così? Perché il nostro paese fa acqua da tutte le parti? Io non so più a chi credere, a cosa credere. Perché sono pervasa da questa sensazione di abbandono, da questa totale assenza di speranza? Perché andare a votare non mi è mai parso tanto difficile? Provo pena per chi s’infervora per il Movimento 5 Stelle. La stessa pena che provo per chi ogni domenica mattina va a messa. Entrambi credono in qualcosa che non esiste. Eppure credono ancora in qualcosa. Qualcosa di assurdo, totalmente sbagliato, ma credono. Io invece sono confusa. Confusa come una bambina di cinque anni che si chiede perché? Di chi è la colpa? Siamo stati noi? Noi chi? E’ colpa loro? Loro chi? Ci siamo litigati e strappati di mano questo paese-giocattolo fino a romperlo e adesso non lo vuole più nessuno. Funziona male, io non ci gioco più. Si alza qualcuno brandendo colla e nastro adesivo: “lo aggiusto io!!” Non ti credo. E’ rotto. Rot-to. Non si aggiusta più. Non c’è niente in questo paese che non sia corrotto, infangato, turpe, viziato e il tutto irrorato da abbondante nichilismo. Sono ferma, immobile sulla mia minuscola mattonella di poche convinzioni e attorno il vuoto. Non so da che parte voltarmi. Non so cosa guardare. Non so se quello che vedo è vero o no. Non riesco a distinguere la realtà dall’incubo. E vorrei un sogno.

#7

Barbara
Rilasciato il 31.01.13

ma come? Era tito boeri su repubblica che scriveva lunghi editoriali su quanto fosse importante studiare studiare studiare
Il compagno non aveva ragione?
Ci avete detto di simulare gli yankees, vostri amatissimi liberatori che di far soldi se ne intendono ora si deve inserire il messaggio subliminale che questi broker ultra protetti dalla finanza “compagna” avrebbero la suoneria di faccetta nera tanto per suggerire la comoda quanto falsa spiegazione che neoliberismo=fascismo.Peccato perché la realtà che stiamo vivendo è voluta dai gendarmi del mondo con i quali i bravi partigiani collaborarono veemente. Ora vi lagnate?
Andate nelle varie sedi dei difensori dei deboli ed oppressi dato che propri costoro e tutte le beate sinistre parevano far credere di difendere gli ultimi. Si vede. I sindacati concertativi anche avevano la suoneria di faccetta nera?
Magari forse sarà colpa di Attila e delle guerre puniche ma per carità che non si dia la colpa alla sinistra tanto santa e incorrotta

I cari compagni che boicottarono perfino il referendum per l’estensione dei diritti previsti dal FU articolo 18 agli altri compagni evidentemente ritenuti dai sommi rappresentanti dell’eguaglianza come lavoratori di serie B

I cari sindacati che in 20 anni di svendita NEMMENO SI SONO SOGNATI DI ESIGERE l’istituzione del reddito minimo di cittadinanza.

Per carità, sarò tutta colpa del broker dalla suoneria anomala

#8

Gunther Grasshopper
Rilasciato il 31.01.13

da paura.

#9

N.
Rilasciato il 01.02.13

Occhi fissi sul piccolo, angusto cortile. Sempre a guardare le stesse piante, la stessa erba e il solito reticolo. E le erbacce, naturalmente. Sempre troppe, naturalmente. Al di là del recinto c’è ben poco, soprattutto nulla che giustifichi lo sperare, il pretendere. Invariabilmente correre per raggiungere le pubblicitarie promesse di felicità, di benessere, di diritti. Le mediocri aspettative dell’uomo probo, onesto, perbene. Quanta miseria in queste parole. Parole vuote. Parole e basta.
E la strisciante convinzione che il 99% sia meschino e vile esattamente come l’1%.
La solida, bruciante consapevolezza che stiamo parlando sempre e soltanto di qualcosa che si ha o che non si ha, che si vuole, che si conquista.

#10

Lorenzo
Rilasciato il 04.02.13

Il mondo prima e dopo Fiammetta Cicogna!

#11

Giacomo
Rilasciato il 04.02.13

Un pezzo veramente denso, m’ha dato da pensare per qualche giorno. Alla fine ho deciso per la prima volta di porre un commento sotto ad un post del Blicero. Eh si perchè nonostante tutto non si può essere così rassegnati, cosa vi spaventa? Lo scatafascio dei valori forse? Io per me non ne ho ed il fatto che ce ne siano meno in giro non mi dispiace.
Il paese poi penso sia un giocattolo rotto solo per quei bei broker mussoliniani d’alta finanza che prima ci sguazzavano.
S’avvicinano tempi bui, tempi confusi, ma più grande sarà la confusione sotto il cielo più la situazione sarà eccellente. Meno vittimismo, più nichilismo attivo, please!

Fomenta la discussione

Tag permesse: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>