Duemilaventuno

Pubblicato da Blicero il 21.06.2008

III

Finita l’omelìa funebre, il corteo si diresse verso il cimitero. La madre di Gianni svenì a metà percorso e la portarono via in macchina amici di famiglia. Raffaele, il nipote del capobastone della stazione, fece le condoglianze ad Andrea. Andrea era sempre stato un bravo figlio, aveva anche fatto il liceo, era considerato il cervellone della famiglia, anche se lui non si considerava granché. Raffaele lo avvicinò:

– Condoglianze André.

Andrea lo lo quadrò dall’alto in basso, poi sussurando lo mandò affanculo.

– Uè, parli così a me? Oggi faccio finta di non sentire, faccio… per la bara che c’è lì davanti… E comunque, se vuoi vendetta, se vuoi fargliela davvero pagare, brutto frocio del cazzo, vieni a casa mia stasera alle dieci…

Andrea non ci voleva avere niente a che fare con un camoristello di mezza tacca, ma c’era di mezzo la vendetta, quella vendetta a cui aveva pensato tanto durante quei due giorni. Sarebbe andato, se non altro per curiosità.

Alle nove e mezza la via dove abitava Raffaele era una bolgia. Una dozzina di macchine, piene di ragazzi. Una cinquantina di persone che raccattavano casualmente mazze, bastoni ed ogni genere di corpo contundente da una montagnola di attrezzi. Dall’altra parte della montagna, lui. L’angelo della Morte. Il figlio del capobastone della stazione. Salutò Andrea come se sotto casa fosse arrivato uno di famiglia, anche se in realtà si conoscevano appena. Si riappacificarono rapidamente per lo screzio del pomeriggio e si diressero verso una baracca distante un centinaio di metri dal palazzone fatiscente nel quale viveva Raffaele. Entrarono e raffaele gli porse una P-38. Vecchissima.

– E che ci faccio?

– Ci ammazzi gli sbirri… Oggi sfondiamo il muro. Abbiamo già le cariche, me le ha portate un amico mio. Sono già piazzate. Il filo spinato siamo riusciti a passarlo ieri. Passiamo la zona-cuscinetto in neanche cinque minuti e poi spacchiamo tutto!

– E se ci beccano gli sbirri? Ammazziamo anche loro?

– Ammazziamo anche loro, cazzo… Sono stanco di prenderlo sempre nel culo… Stanco, hai capito?

Silenzio…

– Allora? Ci stai o no?

Andrea avrebbe avuto tante cose da dirgli… Andare così, con quattro mazze e due coltelli… un massacro. Dall’altra parte del muro c’erano mille e rotti sbirri che non aspettavano altro che una cosa del genere. Lo sapeva anche Raf con che razza di gente si aveva a che fare. Gli avrebbe voluto dire che un’azione del genere era un suicidio. Puro e semplice. Poi il riflesso dei fari di un’auto gli mostrò, un momento solo, gli occhi di Raffaele. Disperazione. Andrea lo sapeva che il padre del Raffaele, il capobastone della stazione, era stato ammazzato da due guardie tre mesi prima. Non mostrarono nemmeno il cadavere alla famiglia… Raffaele non aveva più troppe ragioni per vivere. O se ne aveva, non le trovava.

Uscì dalla bracca, senza posare l’arma e senza rispondere, e vide gli altri. Il suo piccolo esercito. Stessi occhi. Disperazione. Pura e semplice. Gli venne in mente una parola che alla sua mente richiamava storie di santoni rincoglioniti e strafatti: “suicidio di massa”.

Poi si guardò intorno, i baracconi fatiscenti, i rottami di macchine, le facce delle vecchine alla finestra, magre e impaurite. Vide tutto. Vide tutta Rogoredo in un solo colpo d’occhio. Vide le Case Bianche senza porte, coi segni dei pallettoni sui muri, vide le rapine e gli omicidi per due soldi, gli stupri. Vide una a una le facce bianche e nere, tutte con gli stessi occhi e… decise.

Epilogo

Come un plotone di esecuzione con i condannati a morte.”

Il massacro di ieri notte alla periferia sud di Milano ha sconvolto la cittadinanza meneghina.

42 morti accertati e una decina di feriti: questo è il bilancio della guerriglia urbana tra alcuni giovani della periferia sud di Milano e le guardie private del quartiere di santa Giulia. I giovani erano probabilmente in cerca di vendetta per la morte di Giovanni De Luca, 22 anni, ucciso da una guardia due giorni fa mentre stava cercando di introdursi in una residenza della zona. Tra i morti, anche il fratello del De Luca, Andrea, trovato in possesso di un’arma da fuoco. Gli scontri sono iniziati verso le due della scorsa notte: dopo aver fatto brillare il muro di divisione che separa la zona degradata di Rogoredo dal quartiere di Santa Giulia, i giovani si sono diretti verso il centro della cittadella. Sono stati però bloccati dalle guardie private che, dopo un rifiuto dei ragazzi a fare dietrofront, sono state costrette ad aprire il fuoco. I tafferugli sono durati non più di qualche minuto, e i feriti sono stati celermente trasportati all’ospedale più vicino. La cittadinanza è scossa dal numero impressionante di morti che hanno seguito l’operazione delle forze dell’ordine private. Il sindaco Decorato, che proprio oggi compie settant’anni, ha espresso la sua solidarietà alle forze dell’ordine, “che sono costrette ad utilizzare metodi anche duri perché circondati da una popolazione non educata alla legalità”. Solo qualche critica dalla frangia più estrema dell’opposizione, che chiede indagini approfondite per comprendere la reale dinamica dell’accaduto: “Si cono comportati come un plotone di esecuzione coi condannati a morte, è inammissibile”, ha dichiarato il portavoce del gruppo misto.

(Post originale “Milano sud, 2021” su vomitomerda)

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Drop the Hate / Commenti (2)

#1

andrea poulain
Rilasciato il 25.06.08

sembra un racconto tratto da Fahrenheit 451..l’immagine iniziale è di banksy vero?
da paura le sue opere..

#2

LPR
Rilasciato il 25.06.08

Il racconto è molto bello, infatti. E si, l’immagine è di Banksy

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