Nel Nome Dell’Arma Da Fuoco

Pubblicato da Blicero il 25.12.2010

Dal Vangelo secondo Eric Peterson e Ethan Nicolle, “Jesus Christ: In The Name Of The Gun“, Volume I.

Libro I

1.1. In quel tempo Gesù si trovava alla destra di un Padre assente, che si faceva vivo solo ogni secolo o due. Immagini apocalittiche di Nuova York disturbavano i sonni del Figlio di Dio, che pensava: “Mio Padre ha bisogno di imparare a comunicare”. Era il Verbo fattosi Carne, e nonostante questo ogni notte s’immaginava la fine del mondo.

1.2. Le trombe dei cherubini distolsero il Cristo dall’incubo per annunziare la visita secolare del Padre. Gesù, stizzito dall’indelicatezza angelica, prese una tromba, la spezzò sul ginocchio, ordinò agli angeli (che si stavano “pisciando addosso dalla gioia”) di andare a fanculo, si accese una sigaretta e infilò la tunica d’ordinanza, consapevole che in quell’epoca funesta i peggiori perpetratori di genocidi uccidevano in suo nome e che l’Umanità si stava fottendo da sola alla grande.

1.3. E infine Dio, nella stanza di comando dell’Empireo, rivelò il suo volto: era Marlon Brando negli anni Settanta del secolo XX. “Ti sei tenuto occupato, figliolo, mentre io ero via?” domandò l’Eterno. “Sì Papà – rispose il Figlio di Dio – ho contato le mosche per mesi, pulito un sacco di merda di cherubino dalla mia macchina e guardato tutte le stagioni di Lost”. La fine di quest’ultimo serial, tuttavia, è stata deludente, concordarono i due. Il Cristo fece notare al padre che nel frattempo sulla Terra si erano verificati un paio di episodi spiacevoli: due guerre mondiali, Pol Pot e l’Olocausto. “Figliolo, tutto accade per una ragione”, sentenziò Dio. “Stronzate! – urlo in risposta suo Figlio – Hai fallito! Ho fallito”. E fu in quel momento che Gesù decise di tornare indietro e cambiare il corso della storia recente dell’Uomo.

Libro II

2.1. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. L’arcangelo Gabriele fu mandato da Gesù Cristo medesimo in una città della Russia nel 1910, a una vergine di nome Marija, promessa sposa di un proletario chiamato Josif. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. Ah, sei incinta”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale messaggio. Dopo qualche mese vomitò per terra, Josif si infuriò credendo in un adulterio e al nono mese Gesù venne concepito in una stalla della steppa calmucca. Il figlio di Dio passò l’adolescenza in fabbrica e nel 1939 partì per raggiungere la Germania nazista, a Berlino, subito dopo l’invasione della Polonia.

2.2. In quel momento un soldato del Terzo Reich stava espletando le sue primarie funzioni fisiologiche quando all’improvviso vide un uomo corrergli incontro sull’acqua, risalire il suo getto di piscio e sferrargli un calcio rotante a 360°. Era Cristo Signore Morto Per Tutti I Nostri Peccati. Il figlio di Dio si diresse quindi al comizio del Fuhrer Adolf Hitler saltando di tetto in tetto. Quivi rubò ad un soldato un fucile con mirino di precisione, puntò l’arma sulla fronte del sanguinario dittatore e, pronto a far fuoco, vide un puntatore laser sulla testa di Hitler, e infine le cervella di quest’ultimo saltare. Appollaiato su un altro tetto v’era infatti un uomo robusto, sovrappeso, mascherato e imbrigliato in una tuta nera altamente tecnologica. Egli aveva eseguito la sentenza di Morte sullo spietato e feroce capo del Nazionalsocialismo.

2.3. E fu così che Gesù si mise ad inseguire il grosso cecchino, costretto al contempo a schivare le pallottole dei nazisti inferociti. Dopo un breve inseguimento il Cristo acciuffò il marrano e, una volta smascheratolo, questi, rispondendo a domanda del Figlio di Dio (“E tu chi diavolo sei?”), rivelò la sua vera identità: era Ernest Hemingway, in viaggio nel tempo alla ricerca di dittatori e grossi criminali. In seguito ad una breve lotta in un vicolo cieco, l’esercito tetesco ebbe la meglio; e Hemingway e il Cristo vennero catturati.

2.4. In quelle secrete prigioni una lama brandita da un ufficiale tetesco affondò nella carne di Gesù Cristo: e fu così che anche i vili nazisti scoprirono il potere reale del sangue del Figlio di Dio; resuscitare i morti (compresi i topi). Con un unico inconveniente: ad ogni resurrezione corrispondeva una torrenziale “incontinenza fecale” di Gesù. Un piano di fuga fu così approntato dal Cristo. Dapprima chiese ad Hemingway di suicidarsi; ed egli obbedì. Poi lo resuscitò, quando lo scrittore si trovava al di fuori della cella; ed egli resuscitò. Poi chiese ancora di dar da mangiare del pane a tutte le guardie; ed egli lo fece. Liberato il Cristo dalla sua cella, vi fu finalmente la moltiplicazione dei pani; e i malvagi soldati teteschi esplosero in un tripudio di sangue, farina e organi interni. I due si imbatterono dunque in una porta, la via d’uscita, e lì vi entrarono.

Libro III

3.1. In quella grande sala v’erano grandi drappi con svastiche, esperimenti con mutanti e ancora molti soldati del Reich. Un adepto hitleriano versò quindi del sangue nelle enormi capsule contenenti i mutanti, e il Cristo venne così colto da attacchi intestinali fulminanti tali da obbligarlo ad un’evacuazione subitanea nei servizi igienici. Hemingway, lasciato solo, si vide costretto ad affrontare i temibili mutanti.

3.2. In quei bagni il Figlio di Dio si imbattè nel Fuhrer, con grandissima sorpresa (dato che teoricamente doveva essere morto), intento anch’egli a servirsi delle toilette; e da qui ne seguì un furibondo scontro nel quale Gesù, dopo aver riversato su Hitler tutto quello che il suo intestino aveva da donare, con la Luger sparò numerosi colpi in faccia al perverso dittatore tetesco.

3.3. Il vecchio scrittore americano & alcolizzato, nel frattempo, ebbe a liberarsi con enorme fatica dei tre mutanti scagliatigli contro dalla follia del Reich: non senza gravi ferite, egli riuscì egualmente a sopravvivere e ad avere la meglio. Il Cristo invece si accorse, dopo un’ulteriore seduta al cesso, di non essersi ancora liberato del Fuhrer. “Perché non puoi morire e basta, cazzo?” esclamò il Figlio di Dio. E susseguentemente il dittatore si trasformò in un gigantesco licantropo: “Non avresti mai dovuto tornare!” gridò l’orribile creatura nazionalsocialista.

3.4. L’Hitler-licantropo assalì immediatamente Gesù. “Posso odorare la tua paura, Figlio di Dio!”, minacciò il mostro, mentre il Cristo serrava le mani intorno alle nefaste fauci; ma, in un primo momento, ebbe la peggio. Il redivivo Hitler si rivolse dunque a Hemingway, chiedendo beffardamente: “Per chi suona la campana, adesso?”. “Intelligente”, rispose Hemingway, e indi scaricò sul Mostro i caricatori dei suoi fucili; ma senza sortire particolari effetti. Le cose sembrarono precipitare. Extrema ratio: far saltare in aria l’intero castello. E così fu.

3.5. Catapultati nel cimitero limitrofo il nazi-complesso, i Due si accorsero presto che l’Hitler-licantropo ancora non era morto, anzi. E Gesù prese dunque un’enorme croce, la scagliò sulla Creatura, infierì sul muso nazionalsocialisticamente bestiale dell’ex Fuhrer e, infine, lo sconfisse definitivamente, a beneficio ultimo ed esclusivo dell’Umanità. Il Bene trionfò ancora una volta sul Male, perché era cosa veramente cosa buona e giusta, fonte di santità e di salvezza, per tutti i secoli dei secoli, amen.

Parola del Signore.

Rendiamo grazia a Eric Peterson e Ethan Nicolle e al loro web comic.

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