La Clitodissea

Pubblicato da Blicero il 12.07.2010

Tettiade

Spesso le donne, escort, transessuali e politici con cui sono stato o che ho abusato/infettato si sono lamentate del mio comportamento. Non chiami mai, Non ti fai mai sentire, Una gruccia su per il naso non è una maniera di dimostrare affetto, Non parliamo mai di niente, Ma tu non hai interessi in comune con me? ed infine la più terrificante delle accuse, Sento che potremmo condividere delle emozioni insieme, al ché io avevo elaborato una risposta piuttosto standard, “Scusa, hai ragione, ma posso ancora sborrarti in faccia?” Di solito funzionava sempre, come parlare di subincisione genitale in un circolo marxista di studiosi di geopolitica o in un raduno di fan dei b-movie anni ’70: ti guardano come un fan di Luttazzi al quinto minuto di un monologo di George Carlin o una ragazza a cui hai appena cercato di infilare il cazzo nel buco dell’orecchino.

Nonostante più volte, nel corso degli anni, fossi riuscito ad afferrare il concetto che qualcosa in me non andasse poi così tanto bene, l’attrice serba che è passata dalla pornografia al cinema d’autore balcanico (senza che il pubblico si accorgesse della differenza) continua a succhiarmi e a farmi pulsare il cazzo nei bagni di un locale di Belgrado, città in cui mi sono fermato per uno scalo che il giorno dopo mi avrebbe portato in Thailandia, slappandomi le palle e infilando ripetutamente le sue dita nel mio buco del culo, arrivando quasi a farmi dimenticare la mia nuova missione, già, perché tutto è cambiato quella sera, la sera in cui ho spezzato l’osso pelvico di una quattordicenne, dato che mi sono accorto per la prima volta che tutto quello che avevo fatto nella mia vita precedente era inutile, malvagio, perverso e inumano – in pratica, i Genesis negli anni ’80 – e quindi un cambiamento netto e totale era davvero fondamentale, una svolta, una vera rinascita post-mortem morale ed etica che mi avrebbe portato a salvare il mondo intero, e insomma, sì, ero diventato il nuovo messia del mondo, e se all’inizio molti mi schernivano e i medici della clinica di riabilitazione mi prescrivevano psicofarmaci sempre più potenti, io giorno dopo giorno, penetrazione anale dopo penetrazione anale e bondage vestito da coniglio gigante dopo bondage vestito da coniglio gigante mi convincevo sempre di più della sacralità della mia nuova ragione di vita: proprio così, avrei salvato il mondo da tutta l’iniquità di cui è capace la bestia umana, l’avrei fatto ora, per sempre, avrei consegnato al mondo una nuova epoca di pace e prosperità, armato solamente della mia borsa Yves Saint Laurent stipata fino all’orlo con più di cento tipi diversi di lubrificante, ballstretcher, dita cinesi, perle di gheisha, vibratori, vagine in lattice ricaricabili con energia solare e l’indispensabile pamphlet “La filosofia di Moana”, ascoltando in loop continuo E2-E4 di Manuel Göttsching e It’s Ok To Be Gay dei Tomboy.

L’attrice serba intanto porta avanti il suo piano di pulizia etnica sul mio glande, quando si alza improvvisamente, mi afferra l’asta e mi porta al bancone del locale, con il cazzo rigido e puntato verso l’alto come un saluto romano della Polverini, mi offre degli shot immondi che sono l’equivalente di un razzo V2 sparato a 1,4 metri di distanza e che sanno di sofisticazione alimentare, poi chiama a raccolta altre 3 sue amiche/colleghe, e queste si passano il mio affare con voluttà e intensità sempre maggiore, e la colorazione progressivamente violacea della mia arma di pacificazione di massa mi suggerisce di essere caduto nella prima e vera trappola della mia nuova attività di salvatore del mondo. Che abbiano già scoperto il mio piano? Chi ha organizzato tutto ciò, il Mossad? Sì, sono stati loro, chi altri utilizzerebbe delle attrici serbe che non sembrano uscite da un film di Kusturica per cercare di fermarmi, a parte gli israeliani? Prima che incomincino a strapparmi la carne di dosso, decido ineluttabilmente di anticipare l’eiaculazione, prendendo al contempo del limone che è sul bancone del bar, quindi estraggo dai loro forni dentati la mia portaerei, strizzo il limone sui loro occhi e faccio esplodere un bombardamento di sperma sulle loro facce da far impallidire quello Nato nel 1998-1999, e loro gridano, si dimenano gravemente ferite, e io mi fiondo fuori, chiamo un taxi e mi faccio portare direttamente all’aeroporto, destinazione Israele, a sgominare il complotto che i servizi segreti hanno ordito contro di me, e soprattutto per dimostrare che nessuno dovrà mettersi in mezzo, d’ora in poi.

Condividi

Drop the Hate / Commenti (5)

#1

adramelch
Rilasciato il 13.07.10

Geniale!
Veramente ben scritto e con uno stile originale e visionario.

Complimenti.

#2

giulio
Rilasciato il 13.07.10

cago approvazione.

#3

mi
Rilasciato il 25.08.10

De Sade chi?

#4

Zoster
Rilasciato il 13.09.10

“Scusa, hai del Glamorama tra i denti…”

#5

blicero
Rilasciato il 13.09.10

“No, è del Lunar Park.”

Fomenta la discussione

Tag permesse: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>