Votez Renzi

Pubblicato da Blicero il 2.11.2011

Nel suo libro innaffiato di retorica (“Fuori!”, Rizzoli), Matteo Renzi scrive: “Può provare a fare il primo cittadino solo chi crede che amministrare sia davvero un’estensione del verbo amare”. Ma tutta la giornata di sabato mostra che amministrare è anche un’estensione del verbo odiare. O contestare. O polemizzare. Sono circa le dieci di mattina e fuori dai cancelli dell’ex stazione ci sono i lavoratori dell’ATAF, l’azienda dei trasporti fiorentina che Renzi vuole privatizzare (anche se lui dice di essersi limitato a chiedere agli autisti di lavorare appena dieci minuti di più al giorno per fronteggiare i tagli e la crisi), quelli del Maggio fiorentino vestiti da Zorro, varie associazioni per la difesa dei diritti dei disabili, i NoTav, comitati, ambientalisti e militanti dei partiti della sinistra radicale. Formalmente stanno protestando per alcune scelte amministrative compiute negli ultimi due anni. Sostanzialmente protestano per il modo renziano di fare politica. “A Firenze abbiamo cancellato la concertazione, perché le categorie tradizionali sono ormai autoreferenziali almeno quanto i partiti”, ha scritto il Rottamatore. Non sorprende dunque che le “categorie tradizionali” siano sul piede di guerra. Qualcuno mi allunga un volantino di “Sinistra e cittadinanza”. Titolo: “Ma lo conosci veramente?” Sottotitolo: “[Renzi] è solo un uomo di destra, che mira al potere personale, e che ha già spaccato e dividerà sempre di più il Pd e la coalizione di centro-sinistra”. Et voilà i “partiti”.

All’interno, un tweet fa esplodere un mini big bang all’interno del “Big Bang”. “Sono alla #Leopolda, così l’#occupypd lo si fa a modino e la piantiamo con i personalismi e con le polemiche inutili, in un momento così”. È Pippo Civati, a sorpresa – e con una mossa estremamente intelligente – a Firenze. Matteo Renzi (che non si era presentato a Bologna alla convention del 22-23 ottobre del duo Civati-Serracchiani) dal palco lo saluta; la platea applaude; Pif sul palco si rivolge al Sindaco: “Ma come sarebbe bello vedere te e Civati abbracciati!”; seguono altri applausi. Nel frattempo arrivano anche Arturo Parisi – che inizialmente è un nugolo di giornalisti con attaccato un deputato del PD – l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, che nel suo intervento lancia una specie di candidatura/ticket a due, e Giulia Innocenzi, che nomina l’immancabile “Costituzione Islandese Fatta Sull’Internets” come soluzione finale del deficit di rappresentanza democratica. Nelle prime file c’è anche Billy Costacurta, che a gambe accavallate ascolta attentamente. “Renzi mi sembra coraggioso, volevo conoscerlo”, dichiara. Nel backstage della sala stampa Parisi sale su una Delorean e raggiunge le 88 miglia all’ora necessarie a ritornare nel 1996: “Sento rivivere lo spirito dell’Ulivo”.

La pausa pranzo impone una composta transumanza dalla sala principale a quella adiacente: 15 € per il buono pasto e posto garantito in tavole rotonde stile ricevimento nuziale. Verso le due e mezzo Civati viene fatto salire sul palco. Gli applausi sono sinceri, ma si avverte distintamente una certa dose di gelo & imbarazzo – come quando si incontra un’ex fidanzata storica e ci si sintonizza per un attimo sulle frequenze dell’intimità, pur sapendo che nulla potrà mai essere come prima e che ormai ognuno si è fatto la propria vita. “Mi sento ancora a casa”, afferma l’ex rottamatore tra una frecciatina ai Gormiti e l’invito ad accantonare personalismi e mentalità fratricida. Dopo i saluti tra Renzi e Civati c’è una serie sconfinata di interventi praticamente impossibile da seguire. Nel pomeriggio il segretario Pierluigi Bersani, impegnato nella convention Pd “Giovani e sud” a Napoli, attacca Renzi – senza nominarlo, e quindi amplificando notevolmente la polemica. “Questa distinzione tra giovani e adulti è una stupidaggine di proporzioni cosmiche. Bisogna mettersi a disposizione, non si può pensare che un giovane per andare avanti deve scalciare, insultare, creare dissonanza. Siamo una squadra, un collettivo”.

Oltre a Bersani arrivano, o erano già arrivati, i pareri espressi in merito da Luigi De Magistris (“Matteo Renzi? Non mi appassiona, mi interessa molto di più quello che accade fuori dai partiti.”), Nichi Vendola (“Considero Renzi una persona molto interessante, molto simpatica, con una cultura politica essenzialmente di destra […] Renzi è vecchio quanto è vecchia la rivoluzione liberista nel mondo.”) e l’assessore alla cultura di Milano Stefano Boeri, autore della più deliziosa querelle del giorno: “Dove è oggi il nuovo PD? A Firenze con Renzi? A Napoli con Bersani? Io penso che il nuovo PD oggi sia a Cassinetta di Lugagnano a parlare di agricoltura. Terra, blocco del consumo di suolo, di come dare valore alla terra non significhi costruirci sopra dei volumi ma coltivarla e prendersene cura”.

Per ravvivare un pomeriggio in evidente calo di ritmo, il Rottamatore non aspetta altro. Il portavoce di quest’ultimo, Marco Agnoletti, passa velocemente tra i banchi della sala stampa annunciando l’imminente conferenza stampa. Molti si alzano dalle postazioni. I tecnici si lanciano, sgomitando con le telecamere, per conquistare le prime file. I Cronisti Politici affilano i taccuini. Il Sindaco si rimette la giacca, scende dal palco e si siede giulivo di fronte ad una selva di microfoni. Tutte le domande, a parte le obbligatorie richieste di commento sulle affermazioni di Leader di Corrente #1, #2, #3 e #47, si possono ricondurre a due macrocategorie: “Ma insomma, ti candidi? e “Quindi, quand’è che ti candidi?” E Renzi si smarca: “Non mi candido io, si candidano le idee. Poi vediamo…” Sguscia via dalle provocazioni. Provoca in prima persona. Ammicca. Sottende. Sfotte. Quando serve esaspera la sua toscanità. Con qualche battuta liquida il segretario del suo partito. È solo quando qualcuno gli legge la dichiarazione di Vendola che per un impercettibile istante un lampo di stizza attraversa gli occhi, il sorriso si trasforma in smorfia e gli anni passati a farsi insegnare ed affinare l’arte della comunicazione politica vengono accantonati: quel “vecchio” è quasi un insulto – specialmente se proviene da uno più vecchio di lui.

Ad ogni modo, una cosa è indubbia. Per Renzi la polemica è l’equivalente dell’alcool per Paul Gascoigne: non ne può semplicemente fare a meno. E sembra che i suoi colleghi di partito e/o di coalizione a) non lo abbiano capito; b) lo ignorino volutamente e scelleratamente. Se il Pd dovesse implodere a causa sue divisioni interne, Renzi sarebbe sicuramente quello che ballerebbe trionfante sulle ceneri. Sempre nel suo libro, il Sindaco scriveva: “Crescono le urla delle due tifoserie in curva, ma il clima da derby è quello nel quale lui riesce meglio”. Si riferiva a Berlusconi.

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Drop the Hate / Commenti (10)

#1

Akiller Dee
Rilasciato il 02.11.11

Complimenti!Finalmente siete riusciti ad inserire il vocabolo Kaffeeklatsch!

#2

Alex Dubcheck
Rilasciato il 02.11.11

Morisse

#3

Destrosio Al Magnesio
Rilasciato il 03.11.11

Dove c’è Jovanotti c’è il nulla.
Qualcuno sa dirmi se Adriano Sofri ha un ruolo nella testa di Renzi?

#4

McLaud
Rilasciato il 03.11.11

Due riflessioni:

1) ci si può esercitare a catalogare politicamente Renzi da un lato, dall’altro o in mezzo, ma è una pratica utile più o meno come il predicare di una confezione di detersivo che sia di destra, sinistra o centro: l’unica cosa che conta è che sia ben presentata…non interessa nemmeno che lavi bene. E credo d’aver detto tutto…credo anche in sintonia con questo bel post.

2) “È uno che ha introiettato le caratterische antropologiche di quel brodo di coltura chiamato berlusconismo”. Si può “introiettare” anche più di Berlusconi?

#5

Fede
Rilasciato il 03.11.11

Il miglior articolo sulla Leopolda 2 che abbia letto.

Grande Blicero!

#6

Blicero
Rilasciato il 03.11.11

> 2) “È uno che ha introiettato le caratterische antropologiche di quel brodo di coltura chiamato berlusconismo”. Si può “introiettare” anche più di Berlusconi?

Anche Jovanotti, sì.

#7

McLaud
Rilasciato il 04.11.11

Piove…senti come piove…

#8

Fabio Massimo
Rilasciato il 15.04.12

Uh uh

#9

Grasshopper
Rilasciato il 08.11.12

Bravo Blicero!

@McLaud: “1) ci si può esercitare a catalogare politicamente Renzi da un lato, dall’altro o in mezzo, ma è una pratica utile più o meno come il predicare di una confezione di detersivo che sia di destra, sinistra o centro: l’unica cosa che conta è che sia ben presentata…non interessa nemmeno che lavi bene. E credo d’aver detto tutto…credo anche in sintonia con questo bel post.”
+1000

#10

zoidberg
Rilasciato il 09.10.15

Complimenti.
A distanza di quattro anni questo pezzo è la lettura piú accurata e tremendamente attuale di questa entitá che corrisponde al nome di Matteo Renzi.

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