Patto Della Crostata 2.0

Pubblicato da Blicero il 19.12.2009

The Front Page

Scriveva Hunter S. Thompson: “Non tutti concordano con l’idea che l’assuefazione alla politica sia una colpa. Però lo è. E costoro sono assuefatti, e sono colpevoli […]. E quando gli verrà la frenesia, sacrificheranno tutto e tutti per alimentare la loro stolta e brutta abitudine – e non esiste alcuna cura1”. Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi sono sicuramente due drogati di politica. Una vita di Pci-Pds-Ds, giornalismo di partito, editoria, lobbismo multiforme e, soprattutto, Massimo D’Alema, del quale i “lothar” hanno curato l’immagine e la comunicazione negli anni di permanenza a Palazzo Chigi. Fallita miseramente l’esperienza di governo dalemiana e, più in generale, il piano riformista-ulivista che ha di fatto consegnato il paese al miglior Papi del Consiglio degli ultimi 2000 anni, dei due si erano perse le tracce – fino a qualche mese fa.

Fiutando il cambiamento, specialmente oltreoceano, dei rapporti di forza tra Internet e media tradizionali, V. & R. hanno infatti aperto un sito di approfondimento politico, “The Front Page”, un progetto “dalla parte della politica (o meglio, dei politici, nda) e del giornalismo” all’insegna dell’understatement auto-ironico e del web 2.0. Ma, avvertono nel video di presentazione, “noi siamo in grado di fare una cosa seria”. Ed in effetti l’intenzione parrebbe essere seria, nonostante la grafica oltremodo spartana e l’orribile header copiato dalla locandina del film “Prima Pagina” con Velardi al posto di Jack Lemmon e Rondolino in quello di Walter Matthau.

Organizzato in commenti ai fatti politici del giorno, analisi e rubriche (tra cui “Rumori”, gossip politico che pesca nel fantomatico sottobosco romano e “Pagine Rosa”, rassegna della stampa rosa), l’obiettivo dichiarato del sito è quello di “far uscire quello che solitamente non viene richiesto dai capiservizio”, ovvero raccogliere sul web quello che i giornalisti non riescono a pubblicare sui giornali di appartenenza e che sono altrimenti destinati a rimanere sui taccuini, a peritura memoria.

La coppia, insomma, cerca di offrire una sorta di alternativa più raffinata e ragionata (non che ci voglia molto, del resto) al giornalismo “off the records” à la Dagospia, il tutto in salsa riformista con inevitabili ammiccamenti allo stile dei fogli d’opinione che sono letti praticamente solo in Transatlantico. Vittorio Zambardino di Repubblica ha parlato di “Huffington Post a Trastevere”, ma siamo lontani anni luce dal famoso sito della sinistra snob ed elitaria statunitense e da Washington.

Rimaniamo pur sempre tra i bisbiglii dell’Urbe, le mezze frasi intercettate nei corridoi parlamentari, i risotti dalemiani, i patti della crostata ed il trasversalismo furbastro di due “vecchi arnesi della politica” che si chiedono come mai “l’informazione politica sia diventata (quasi solo) pettegolezzo e propaganda” salvo poi sguazzarci dentro con il consueto cinismo – come del resto hanno sempre fatto. Già, non esiste proprio alcuna cura.

(Pubblicato su Giudizio Universale)

  1. Meglio del sesso. Confessioni di un drogato della politica“ []

Condividi

Drop the Hate / Commenti (1)

#1

nomero
Rilasciato il 19.12.09

La Tag Cloud con D’Alema scritto in cubitale mi fa morire dal ridere.

Fomenta la discussione

Tag permesse: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>