Ein Volk, Ein Reich, Ein Olympiade

Pubblicato da Blicero il 25.08.2008

E’ un errore considerare puramente politico quello che noi facciamo.

Adolf Hitler

Pechino 2008 ha vinto contro tutto e tutti, ha invaso l’Ossezia del Sud, ha contrattaccato in Georgia, ha fatto incendiare l’aereo a Madrid, ha lavato il cervello a migliaia di giornalisti in tutto il mondo e ha soddisfatto grandi e, soprattutto, piccini, incollati davanti all’unico canale RAI che trasmetteva integralmente le Olimpiadi, ovvero: nuoto, scherma, dressage, carneade-taekwondo, due incontri di pugilato e Bartoletti-Cucci (in veste di inediti tuttologi dello sport – e, si sa, ogni tuttologia è cazzata).

In ossequio alla nobile tradizione nazionalsocialista (incluso il fallito boicottaggio), la fiaccola olimpica si è illuminata ad Olimpia, ha attraversato il globo ed infine è andata ad alimentare il braciere del nido d’uccello, lo stadio olimpico di Pechino, inagurando la versione moderna dei giochi del 1936. Sin dall’apertura1 della manifestazione, il coro è stato unanime, assordante, opprimente: “Che organizzazione!”; “Che apertura!”; “Eh, ma i cinesi hanno fatto le cose per bene questa volta!”; “Che impianto!”; “Sai, a Pechino si respira appena per l’inquinamento, ma tanto è lo spirito olimpico a contare!”. E tutti ad illudersi che le Olimpiadi dell’era contemporanea non nascondano risvolti politici in ogni dove, che sia solo una gioiosa (München 1972 über alles) manifestazione sportiva in cui atleti cubani sferrano calcioni agli arbitri.

A tutti è sfuggito un piccolo particolare: in Cina c’è un regime. Uno di quelli seri. Questa Olimpiade altro non è stata se non l’occasione, servita su un piatto d’argento dal CIO e da chi non voleva che certi affari venissero disturbati, per ripulire a fondo, sino a farla brillare, la repellente2 immagine governativa cinese. Distrarre la massa dai laogai, dalla censura del pensiero, dal controllo eugenetico delle nascite (Giulianone, where art thou?), dalla violazione massiva dei diritti umani, dalle esecuzioni, dalla brutalità repressiva del governo. Dirottarla su altre questioni, magari addirittura sul Tibet – come se fosse l’unica questione su cui esercitare pressione internazionale sul Partito.

Il punto è che lo è diventata: i bonzi, in questo periodo, soprattutto nello stardom, fanno tendenza; è profondamente giusto sposare la loro causa. Chi non lo fa, del resto, non è per nulla impegnato nella promozione dei diritti civili e dell’equità sostenibile per le nazioni e deve vergognarsi, soprattutto di non avere trenta ville sul lago di Como e di non aver sposato il Presidente della Repubblica Francese, ecco.

Ad ogni modo, mentre il tripudio dei pregiati metalli appesi al collo degli atleti si consumava benevolo sui canali di tutto il mondo, mentre gli stadi andavano disertati dai cinesi (quando non si ha il cibo, di solito, è leggermente ostico appassionarsi allo sport), mentre la RAI ammorbava il nostro apparato oculare con grafiche3 degne della Birmania (post ciclone, ovviamente), la televisione si premurava di riprendere sparuti gruppi di oppositori disperati (comunisti e presumibilmente no global, sicuramente giacobini, stalinisti e giustizialisti) smaniosi di farsi rinchiudere nelle confortevoli prigioni cinesi. Come a dire: guardateli, è tutto qui, son solo poveracci, l’Olimpiade non va disturbata, suvvia, delle questioni serie ne parlerà la politica, domani o dopodomani.

Si, magari ogni tanto su questi temi sensibili una parola la si doveva pur spiaccicare; una parola soppesata, sussurrata. Una parola innocua. Non si ammorba lo sport con la politica. Nel dibbattito su quante medaglie avesse perso l’Italia, accompagnato dalle immagini degli azzurri trionfanti (i nuovi eroi nazionali, orgoglio della Nazione), visioni strabordanti di uno squallido sciovinismo d’accatto, una pietosa voce, spezzettata dal Supremo Impegno Civico, trovava il coraggio di profferire, ad esempio: “Non ci si deve dimenticare del fatto che i cinesi picchiano ai bambini, li sfruttano, blablabla…” E tutti gli ospiti del talkshow, il ditino alzato, l’indignazione a comando, passavano prontamente dalla discettazione di discipline sportive a loro sconosciute allo sfruttamento minorile (o a qualsiasi altro tema), il tutto con la stessa nonchalance con cui si passa dall’ordinare il pane al tagliare il prosciutto al banco: “Si, è vero, è una vergogna…così non si fa…ora torniamo alla gara di equitazione però…”

Se non altro, di queste Olimpiadi rimarranno alcune situazioni pregevoli:

  • Bolt, e l’annessa reprimenda del presidente del CIO – non si può festeggiare troppo, diamoci un contegno;
  • Il gomito polverizzato del sollevatore di pesi ungherese;
  • La squadra femminile cinese di ginnastica: ovvero, come sdoganare la pedofilia4 a livello mondiale;
  • Il summenzionato Tornado Whirlwind Kick rifilato dall’atleta cubano all’arbitro;
  • Kobe Bryant: “Questa volta conosciamo i nomi dei nostri avversari”;
  • L’avvenuta democratizzazione della Cina.

In attesa che venga girato l’Olympia cinese (magari dalla BBC, per garantire l’imparzialità e seguire la linea tracciata da Leni Riefenstahl), gridiamo tutti insieme: viva le Olimpiadi, viva la Dittatura!

  1. Sarò paranoico, ma il famigerato uomo che vola, librandosi nello stadio nazionale di Pechino, non è forse una sottile ed atroce parodia dell’uomo che cade dalle Twin Towers? Il tutto, inoltre, assume una sfumatura ancora più grottesca se si pensa che nel medagliere la Cina ha superato gli Stati Uniti – e presto potrebbe farlo anche altrove. []
  2. Disgustosa, certo. Tuttavia bisogna vedere agli occhi di chi. Degli Stati Uniti? Nah. Della comunità internazionale, ammesso che esista? Dell’Europa, quest’astrazione territorial-economica che sta collassando su se stessa? Figurarsi. Della sacra Opinione Pubblica? Pfff. []
  3. Semplicemente strepitosa quella propinata in occasione dell’eliminazione del setterosa: una carrellata di immagini in un bianco e nero tale da far rimpiangere il 1954, la scritta “Italia avvelenata” (credo, il font era illeggibile) in incerta sovrimpressione, il tutto scandito dalle note portanti de Il Padrino. Chapeau. []
  4. Al riguardo: loli-lympic moments. []

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Drop the Hate / Commenti (10)

#1

Keyser Soze
Rilasciato il 25.08.08

Solo per dire che era “Palla Avvelenata”. Cmq a me “Olimpiche Emozioni” piaceva, specie quando non c’erano Cucci, Bartoletti e il professore.

#2

LPR
Rilasciato il 26.08.08

> Solo per dire che era “Palla Avvelenata”

Eh, ancora peggio. Devo ancora capire (in realtà temo di averlo capito, ma glisso) perchè ci abbiano messo Il Padrino sotto, ma verrà quel giorno, prima o poi.

#3

prefe
Rilasciato il 26.08.08

ciao,
veramente un articolo notevole , bravo/a!

Anche a me ha ricordato molto l’olimpiade nazista. Il fatto è che me le ricordano anche quelle organizzate in america!

#4

andrea poulain
Rilasciato il 27.08.08

boh vabbè,cioè si sapeva è inutile parlarne ora..alla gente frega un cazzo del regime, frega un cazzo dei tibetani, frega un cazzo dei diritti umani, ai più interessava l’oro di giovinco e soci per far vedere che siamo i più forti.
cmq per riuscire a non far festegiare con una maglietta sciarpa o bandiera pro tibet tutti gli atleti vincenti il CIO deve aver imposto l’impiccagione in caso di proteste..viva le olimpiadi

#5

AkillerDee
Rilasciato il 29.08.08

Sulle alcune situazioni pregevoli:

1)Bolt è la rivincita sportiva di natura genetica dopo secoli di soprusi figli della tratta degli schiavi (Prof. Antonio Dal Monte,leggendario ospite barbuto delle notti olimpiche della Rai)

2)Semplicemente allucinante.Gessato in tutti i sensi

3)W lo spirito olimpico…Il Lìder Màximo l’ha pure difeso.

4)Gold is gold…Good as gold

5)Se abbiamo assistito alla democratizzazione della Cina,queste Olimpiadi sono state utili come un cineforum sui film di Steven Seagal

#6

AkillerDee
Rilasciato il 29.08.08

@ Andrea Poulain

“il CIO deve aver imposto l’impiccagione in caso di proteste..viva le olimpiadi”

No.Semplicemente era prevista la squalifica dell’atleta.Però almeno il nostro porta bandiera Antonio Rossi ha regalato il suo body al Dalai Lama.La granfiga (?) Granbassi il suo elmetto.
Va bene così…

#7

LPR
Rilasciato il 31.08.08

> Bolt è la rivincita sportiva di natura genetica dopo secoli di soprusi figli della tratta degli schiavi

E’ merito della schiavitù (leggi: selezione naturale) se i negri sono forti. Mica vincono grazie all’allenamento, alla dedizione, al talento. Nossignore.

#8

andrea poulain
Rilasciato il 02.09.08

@akilledeer:e dici niente?
cioè al
CIO io atleta vado bene solo finchè faccio l’atleta appena finisco e posso parlare come uomo non vado più bene?
allora era meglio boicottarle,e non venitemi a dire che gli atleti si allenano 4 anni ecc ecc.
perchè andare fin là per poi stare zitti davanti a quel che sta succedendo io lo trovo vergognoso.come tante altre olimpiadi cmq…

#9

AkillerDee
Rilasciato il 11.09.08

@ andrea poulain:

Ovviamente sono d’accordo.E’ stato tutto ipocrito come è ipocrito questo “bonzismo” che emerge nell’articolo e dalla “simpatia” dei nostri atleti verso il Dalai Lama.

#10

Fede
Rilasciato il 24.10.08

sei meglio di mr X

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