Tutankhamon Si È Fermato A Valnogaredo

Pubblicato da Blicero il 31.08.2011

Alle 16.30 in punto di domenica 21 agosto il parcheggio dell’agriturismo è pieno. Se possibile, fa ancora più caldo del giorno precedente. Mi presento provocatoriamente con una polo blu. La cintura della macchina mi ha lasciato un vergognoso alone obliquo di sudore che ostento con malcelata soddisfazione. Oggi c’è anche il presidente dell’associazione, Mauro Lando, che chiama a raccolta i fedeli (quasi una quarantina) davanti alla casupola per spiegare come si svolgerà la benedizione. Don Tarsilio, un uomo anziano, basso e tarchiato che sembra una comparsa dei Sopranos, è all’interno che ascolta attentamente. Un bambino con i capelli biondi si dimena sul dehor in legno, strillando e piangendo. Vorrei essere quel bambino, rotolarmi per terra, simulare un possedimento demoniaco e urlare fino a farmi scoppiare le vene del collo. Ma non posso.

Scendiamo in fila indiana la scalinata che ci porta all’ingresso della Piramide, dove avviene lo “scarico” collettivo. Aprendo il rubinetto del mio alluce per far uscire l’Odio, mi accorgo di non essere più nel remake di Tetsuo. Ora sono in un’inedita versione di un vecchio videogioco del 1998, “Sanitarium”, un’avventura punta e clicca in cui il protagonista è un uomo che ha perso la memoria dopo un incidente stradale e si risveglia in un manicomio. Non sono qui veramente. Non sono io. Questa è la maschera della mia sanità mentale che sta prendendo fuoco, innaffiata dalla tanica di benzina che il Sole le sta sadicamente rovesciando addosso…Ci disponiamo in cerchio all’interno della Piramide. Siamo almeno una trentina di persone, e la maglietta sta incominciando a fondersi con il mio corpo, mentre un torrente di gocce scivola sulla mia schiena come un esercito di serpi squamose in miniatura, saldandosi con il cotone. Don Tarsilio inizia a leggere un brano tratto da una lettera di San Paolo a Qualcuno, di cui non registro una singola parola. Dopo l’omelia, Don T. ci invita a pregare e a recitare tutti insieme il Padre Nostro. Non ricordo il testo: cerco miseramente di fare lip-synch con il mio vicino di preghiera, sperando che nessuno se ne accorga. Il bambino, intanto, percorre a gattoni il perimetro della Piramide, cacciando di tanto in tanto urletti e pianti, suscitando in me un’abietta invidia. Arriva l’agognato momento della benedizione. Il prete raccoglie da terra un bicchiere di acqua santa con dentro un ramoscello d’ulivo, lo prende e cosparge fedeli & granito. Faccio il segno della croce nel verso sbagliato. Anche questa volta, nessuno se ne accorge.

Dalla porta aperta della Piramide irrompono maree di afa mischiate alle onde elettromagnetiche dei ripetitori. Le pareti di granito sembrano sciogliersi. È un autentico miracolo che nessuno dei Figli della Piramide (principalmente uomini e donne di mezza età; alcuni anche attempati, come M.) avverta un malore. Una signora si lamenta: “Sto colando…” Un’altra, che per tutta la “funzione” ha tenuto gli occhi chiusi e i palmi delle mani rivolti verso l’apice della Piramide, sorride: “Ma no, che va bene lo stesso!”. No, signora, non va per niente bene. Non sono rinchiuso in un’assurda Piramide per sentire la stessa calura che prova un ribelle libico che cerca di schivare i razzi di Gheddafi portando a tracolla un AK-47 in mezzo al deserto.

Dopo tre minuti scarsi di “meditazione” mi fiondo nel punto dell’uliveto dove passa un leggero filo di brezza per completare la fusione con la polo. Nelle regole di comportamento cui bisogna attenersi c’è scritto che, una volta finita la sessione di 20/30 minuti (“Una sosta più lunga non porterebbe maggiori benefici”), è caldamente consigliato “restare alcuni minuti con te stessa/o, senza dialogare con alcuno” per permettere alle energie assorbite di “fissarsi maggiormente in te”. Ingenuamente ritengo che l’isolamento possa evitare scocciature di qualsiasi tipo. Una matrona bionda, tuttavia, mi si avvicina ed esclama: “Mi sento come se fossi ‘mbriaga! Questa Piramide mi fa sempre un effetto incredibile! Anche a te vero?” “Mi scusi – sibilo – ma sto riallineando la mia percezione cosmica”. Si allontana velocemente, portandosi appresso il marito i cui occhi mi forniscono la perfetta rappresentazione del fallimento dell’istituzione chiamata Matrimonio.

Mi dirigo verso la casupola, grondante & stravolto. Nemmeno le due caraffe d’acqua che inietto in vena sembrano alleviare le mie sofferenze. Una signora con i capelli rossi sulla cinquantina mi indica una terza caraffa, dicendo che è più fresca delle altre. La ringrazio, e lei chiede se ho intenzione di unirmi a un’altra “meditazione” che sarebbe iniziata di lì a poco. Declino gentilmente, adducendo inesistenti impegni di studio universitario. “Cosa studi?” “Giurisprudenza. Sto scrivendo la tesi proprio ora.” “Ah, un altro avvocato!” “No, non credo proprio che farò l’avvocato”. Mi fissa e la sua espressione diviene per qualche istante seria. “In effetti non hai la faccia da avvocato.” Cristo, mi hanno beccato. “E nemmeno da giudice”. Il contatore delle Vibrazioni Negative impiantato nella mia testa ticchetta furiosamente. Sento che da un momento all’altro questo gruppo di persone pacifiche, alla ricerca dell’elevazione interiore (9 € a visita + scontrino, grazie) e in linea diretta con l’Arcangelo Michele e tutti gli Angeli potrebbe rivoltarmisi contro. Il volto della signora, invece, si schiude in un sorriso. “Be’, in bocca al lupo allora!” La paranoia galoppante mi suggerisce di fuggire comunque da quel posto il prima possibile. Chi non è andato nella Piramide per il secondo round di “meditazione” fa del Kaffeeklatsch mistico-introspettivo all’ombra della casupola: “Pare che in Brianza ci siano tre piramidi perfettamente allineate come le tre piramidi di Cheope e la linea di Orione, e si dice che siano più antiche delle piramidi egizie!”. Un ragazzo sulla trentina, con una capigliatura trapiantata da un pessimo video musicale di qualche band synthpop anni ’80 e una t-shirt con su scritto “E verrò a te / goccia infinita in sconfinato mare”, scompare tra gli ulivi. Cerco M. per salutarlo, ma mi trova prima lui. “Allora, ne è valsa la pena?” “Assolutamente. Un’esperienza incredibile, non avevo mai provato nulla del genere. La benedizione, poi, ha veramente dato quel tocco in più”. Per la prima volta da quando ho oltrepassato quel cancello verde sono sincero. Mi congeda calorosamente, invitandomi a tornare dopo la consegna della tesi o la laurea.

M. è indubbiamente una brava persona, un onesto pater familias convinto che degli Alieni modello-Independence Day vogliano rubare la Piramide per soggiogare l’umanità e che tra le righe dei regolamenti amministrativi si nasconda il Demonio (e in quest’ultimo caso potrebbe anche non avere tutti i torti). Sono sicuro che, eccetto me, tutti i membri dell’associazione (più di 700), siano persone in buona fede. Persone che magari hanno un’azienda in difficoltà, figli che sono stati bocciati all’ITIS per la seconda volta di fila, genitori che stanno per andarsene per sempre. Persone che forse cercano semplicemente un posto tranquillo e discreto per non pensare alle azioni in borsa, alla crisi economica – una bolla dentro cui abbandonarsi, impermeabile alle preoccupazioni, all’ennui, alle storture del mondo reale. Ma al contempo ho enormi dubbi sul progetto tout court. Come mi ha detto M. durante il corso accelerato, “la prima sensazione è sempre quella giusta”. E la prima, cristallina sensazione che ho avuto è che, dietro la bizzarra patina new-cristiano-saibaba-misticheggiante ai limiti dell’eresia, questo affaire Piramide non sia altro che una micragnosa speculazione commerciale: prima sganci gli schei, poi (se ti autoconvinci) puoi lanciare l’energia cosmica/angelica a tuo marito diabetico a cui stanno applicando il terzo bypass.

Sparo il climatizzatore al massimo, trasformando la macchina in una cella frigorifera a trazione integrale. Prima, seconda, ancora prima, poi quarta, quinta…Appena arrivo a casa uso la fotografia “energizzante” della Piramide per provare a ricaricare le batterie del telecomando del cancello. Niente. La metto sul cellulare, per ricaricare il credito. Ancora niente. La appoggio sopra il bancomat. Il saldo è sempre lo stesso. La avvolgo intorno ad una lampadina rotta. Nicht, non si riaccende. La strofino su un pesce abbandonato da tempo immemore nello scompartimento più oscuro del frigo, in avanzato stato di decomposizione. Rien: potrebbe essere buttato nel mare vicino a Fukushima e spaventare i suoi simili dotati di nove occhi. Lo butto via, insieme alla foto.

Il 2012 è ormai alle porte.

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Drop the Hate / Commenti (8)

#1

Destrosio Al Magnesio
Rilasciato il 31.08.11

Portami con te. Andiamo a Pissignano, dal fondatore del cervello di Andrea Pezzi.

#2

Adrem
Rilasciato il 31.08.11

Grandioso reportage: complimenti.

#3

Charlie
Rilasciato il 01.09.11

non so come hai fatto, su “ah, un altro avvocato!”, a non impazzire distruggendo tutto ciò che ti si parava davanti con furia omicida

#4

piera
Rilasciato il 02.09.11

http://ferroviedellostatoreclami.blogspot.com/2011/09/kundera-vs-sally-spectra.html

Non capisco perche molte ragazze tentano di sedurmi con tutta quella tenacia pur sapendo che io un giorno potrei avere la congiuntivite.

#5

Alex Dubcheck
Rilasciato il 06.09.11

M. spiega la sua personale concezione del gnôthi sautón: “L’importante è che uno sia in pace con sé stesso, che sia veramente consapevole. Se lo sei, puoi anche rovesciare le montagne.” “Già, come il famoso santone Jimi Hendrix.” “Esatto, proprio come lui!”

Dimmi che è un tuo scherzo,
e questa risposta non è mai stata data veramente….

#6

Alex Dubcheck
Rilasciato il 06.09.11

Nel frattempo, permettemi di congratularmi con te
per questa angosciosa frase,
vale da sola tutto l’articolo e anche l’opera completa
di Niccolò Ammaniti, seriamente

Non sono qui veramente. Non sono io.
Questa è la maschera della mia sanità mentale che sta prendendo fuoco,
innaffiata dalla tanica di benzina che il Sole le sta sadicamente rovesciando addosso…

#7

Destrosio Al Magnesio
Rilasciato il 20.09.11

Buttata giù.

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