Storia Di Un Ordinario Snuff Multiculturale
Ieri, stando ad un’agenzia Ansa, sono state arrestate due persone a Palazzo San Gervasio (Potenza) “con le accuse di sequestro di persona a scopo di estorsione ai danni di un cittadino romeno. Per i due – che sono ai domiciliari – vi sono anche le accuse di violenza privata aggravata, lesioni personali aggravate e minacciata aggravata e continuata nei confronti dello stesso romeno”.
La cosa più grottesca è che uno dei due arrestati, Antonio Paradiso, oltre ad essere un piccolo imprenditore è addirittura l’assessore comunale all’Immigrazione. Eletto con la lista civica Alleanza Democratica (formata da Pd, Fli e Mpa), Paradiso fa anche parte del coordinamento locale del Partito Democratico. Non esattamente un nazi-leghista, dunque. Sorprendentemente, a parte Pubblico, praticamente nessuno giornale nazionale ha ripreso la notizia. Per avere un quadro più preciso di questa specie di torture porn lucano bisogna recuperare un articolo del Quotidiano della Basilicata, che spiega in dettaglio l’accaduto.
Tutto si svolge più di un mese fa. Secondo la ricostruzione di inquirenti e giornale locale, il pomeriggio del 26 agosto Paradiso si attiva per cercare di capire chi gli avesse rubato un trattore, “un mezzo nemmeno troppo costoso, comprato 7/8 anni fa per meno di 40mila euro”. L’assessore chiama un suo amico, Franco Grieco (43 anni), e insieme si convincono che l’autore del furto è Cornel Chiriac, che in passato aveva lavorato per Paradiso. I due, per tendergli un tranello, si rivolgono ad un conoscente di Chiriac e lo costringono “con schiaffi e pugni” a chiamare “la loro vittima predestina e a dargli appuntamento in un punto preciso”. Giunto sul luogo, Chiriac viene sbattuto nell’abitacolo in tutta fretta.
Il resto della vicenda è una sceneggiatura di Eli Roth.
Lungo il tragitto sarebbero iniziate le violenze. Paradiso che era al volante gli avrebbe dato almeno una gomitata mentre Grieco lo picchiava sulla testa dal sedile di dietro e gli chiedeva se avesse già dato «l’ultimo bacio» a sua moglie perché stavano per ammazzarlo e farlo sparire per sempre dalla circolazione. Da lui volevano la confessione del furto del trattore e non sembravano disposti a sentire le sue ragioni, quelle di uno che si diceva estraneo all’accaduto.
Le sevizie iniziano dentro il capannone dell’azienda agricola di Paradiso:
L’assessore e il suo complice sono accusati di essersi accaniti su Chiriac con calci pugni e sprangate sulle gambe fin quando Paradiso, dopo avergli chiesto se aveva rivelato a qualcuno del trattore presente in azienda, gli avrebbe avvolto al collo una catena appesa alla carrucola sul soffitto e avrebbe tirato lui stesso sollevandolo di peso. Non lo voleva strozzare, perché lo lasciava sempre tenersi in punta di piedi mentre Grieco lavorava di spranga sulle ginocchia.
Quando Chiriac chiede un bicchiere d’acqua, Paradiso gli risponde (sempre secondo gli inquirenti): “Vuoi da bere? Leccati il sangue”. Dopo circa un’ora, i due romeni vengono riportati indietro. Continua il Quotidiano della Basilicata: “Se avessero raccontato a qualcuno quello che era successo non sarebbero «spariti» loro soltanto. Ma anche i fratelli, le mogli, i genitori in Romania. Per non creare equivoci sulle sue intenzioni Paradiso, lo stesso giorno, sarebbe andato anche a casa di Chiariac, poco prima che arrivasse l’ambulanza del 118”. Il giorno dopo Paradiso si presenta alla caserma dei carabinieri per denunciare il furto. I militari, anche grazie alla denuncia presentata dal cittadino romeno, “a quel punto già sapevano cosa poteva essere successo”. E quello che è successo è una perfetta via di mezzo tra un horror sudcoreano di bassa lega e “Un giorno di ordinaria follia“.
Insomma, come ha scritto Ugo Maria Tassinari, “le viscere dell’Italia profonda” non hanno davvero “più bisogno dei mostri naziskin per catabolizzare la violenza xenofoba”.
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