La Recessione Che Sussurrava Al Mafioso
La crisi non fa prigionieri. Victoria Gotti, ex moglie del boss John “Dapper Don” Gotti, ha dovuto cedere il suo palazzo a New York alla JPMorgan, titolare di un mutuo esorbitante che “Evictoria” non riesce più a pagare. Più che il crollo fragoroso di un impero, quello che è accaduto è la sconfessione definitiva delle teorie noglobal/antineoliberiste/pasoliniane/falconiane che tanto hanno attecchito in tempi recenti in vaste frange dell’intellighenzia criptomarxista, antagonista e anticonfluenziale.
Per anni hanno cercato di convincerci che ci fosse un legame tra l’economia legale e quella illegale, che il flusso di denaro sporco si riversasse e venisse ripulito nelle transazioni finanziarie delle Borse mondiali, che la corruzione deviasse il normale iter legislativo a favore di ristretti gruppi di potere massonico-mafiosi, che le infiltrazioni negli appalti pubblici fossero massicce e che esistesse una serie di attività criminali condensabile nel bislacco termine “ecomafia” – un’impressionante serie di analisi sbagliate e viziate dalla lettura di pamphlet propagandistici a loro volta viziati da un’assorbimento nocivo di teorie filosofico-contracapitaliste à la Deleuze & Guattari unite alla lettura dell’articolo 416-bis.
L’esempio più tonitruante è Gomorra. In un celebre passo Roberto Saviano scrive:
Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l’odore. L’odore dell’affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. […] Io so dove le pagine dei manuali d’economia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, tempo e contratti.
Insomma, la criminalità organizzata dovrebbe ormai essere considerata una questione di economia illegale, il lato oscuro e recondito del capitalismo, le leggi del mercato applicate tramite una corda di piano in squallide bettole piene di alcolizzati disoccupati in un’oscura periferia del New Jersey? Sarebbe estremamente comodo, nessuno lo mette in dubbio. Ma se fosse così, come si spiegherebbe la vicenda di madame Gotti? D’accordo, L’IRS e i giudici sono convinti che la vistosa 46enne abbia nascosto da qualche parte un asset del valore di 11 milioni di $, ma siccome vige la presunzione legale (e illegale) di innocenza non possiamo di certo farci infettare dal morbo del giustizialismo manettaro.
Questo sfratto è la dimostrazione classica della funzione antinomicamente schizoide del capitalismo postindustriale la cui logica tende ad accumulare beni di scambio fino all’implosione del sistema e al rinnovamento dello stesso perverso ciclo con regole più o meno modificate, ma nel quale la mafia non c’entra nulla. Anzi, la mafia non esiste. La mafia è uno stato d’animo.
E Tony Soprano non aveva poi così tanti soldi.
(Comunicato a cura dell’Ufficio Per I Rapporti Con La Stampa di Cosa Nostra S.p.A.)
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Drop the Hate / Commenti (2)
#2
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Andrea Poulain
ma quanto stronzi siamo noi a informarci su tutto se poi chi ci guadagna c’ha i palazzi e 11 milioni di dollari in svizzera?