Come Sopravvivere Alla Giustizia

Pubblicato da Blicero il 9.02.2009

Madame Justice

La vita in una società moderna e avanzata si basa su rituali e ricorrenze che non servono assolutamente a nulla e a nessuno. Ogni anno, infatti, i nostri magistrati si ritrovano in grandi sale sfarzose, si appesantiscono le spalle con ingombranti toghe, si bardano di ermellino1 e tratteggiano il solito riquadro drammatico della Giustizia italiana, che è un po’ come dire che in Egitto ci sono le piramidi e che George Bush padre è un rettiliano – sono fatti talmente notori che è tautologico parlarne.

I problemi, gira e rigira, sono sempre gli stessi: pochi fondi, scontri sanguinosi con la politica, leggi ad personam, procedure gargantuesche ed ipertrofiche, mancanza di carta igienica e scollamento sempre più evidente con il popolo post Mani Pulite. Per molti il bicchiere non è mezzo pieno: è mezzo vuoto. Certo, c’è ancora dell’acqua (diciamo il 10%) ma io non la berrei comunque. Questa situazione, tuttavia, non è del tutto catastrofica: è apocalittica. Ma non per tutti.

Invece di interpellare i soliti politici con vertenze legali in corso o quelli bramosi di dialogo (ovvero: sesso anale), mi sono rivolto alla gente comune, vox populi vox dei2. E il ritratto della giustizia che ne è emerso è completamente diverso da quello propugnato dai media di regime.

Milos Stuprar, ex criminale di guerra, Republika Srpska

“Non credo che la giustizia italiana sia messa male, tutt’altro. Come numero di reati l’Italia è al primo posto in Europa. Cosa c’è da lamentarsi? Siete addirittura a pari merito con la Bosnia. E per omicidi e reati di massima gravità, mica per numero di donne stuprate! E’ una cosa di cui andare fieri. La Bosnia è solamente uscita da una guerra civile spaventosa. Dove si sono commessi tutti gli abusi e i crimini immaginabili. Dove sono state rase al suolo città. Rase al suolo vite. Polverizzate le speranze. Dove la corruzione è dilagante. Dove il governo del paese è in mano all’Onu dal 1995, anno in cui venne firmata una pace che sancì il trionfo definitivo di Milosevic e della sua cricca guerrafondaia. Ripeto: cosa c’è da lamentarsi? Io sono sotto processo da quando sono arrivato qui in Italia, nel 1997, e sto ancora aspettando la sentenza di primo grado. Per cosa sono imputato? Oh, nulla di che. Ho solamente ucciso, ma non direttamente (e questo il giudice non lo sa!1), un’intera famiglia usando pallottole all’uranio impoverito come supposte. E’ stato divertente!1!1 E, alla fine, non ho mai rischiato nulla. Proprio come nei primi anni Novanta a Sarajevo!1”

Agostihno Neto dos Santos, rifugiato politico, Angola

“Ho avuto i primi sospetti sul malfuzionamento della giustizia poco tempo dopo che ero arrivato qui, nel 1982. Dovevo fare una banale causa civile, questione di uno o massimo due anni. La prima udienza mi venne fissata nel 1992, la seconda nel 2001. Ora sto aspettando la terza, nel 2016, ma francamente mi sono un po’ stufato di questa lentezza. Sono passati troppi anni e credo che tra poche settimane ritornerò dalle mie parti, in Africa. Il vostro paese è al 156 posto (su 181 paesi, l’ultimo è l’oasi di pace chiamata Afghanistan) per la velocità dei processi nella classifica stilata dalla Banca Mondiale, “Doing Business 2009“. A questo punto mi conviene andare in Angola, in Egitto o in Gabon, almeno la giustizia è più veloce e garantisce più diritti. E stiamo parlando di stati marcatamente cesaro-papisti, altro che democrazia! Avete 4.200 cause pendenti contro le 2.500 della Germania e le 1.289 della Gran Bretagna. La sapete qual è l’unica cosa può salvarvi? L’avvento di una bella dittatura o una succosa guerra civile. Per la prima sono fiducioso, siete sull’ottima strada, per la seconda ci si può lavorare sopra. Buona fortuna!”

Antonio Di Meo, gestore di rifiuti speciali, Italia

“Cosa vuole che le dica? Non lo vede anche lei qual è il problema della giustizia in questo cristo di paese? COME? I latitanti? Ma scherziamo? I 38 mesi di media per chiudere una causa? Ma no, no, NO! Il vero problema sono le intercettazioni, altrochè. Le pare possibile che io abbia sotto controllo tutte le 31 sim intestate alle mie società in Slovenia, a Montecarlo, a San Marino, in Iraq, alle Isole Jersey e alle Bahamas? La privacy delle persone cos’è, una barzelletta? EH? Ma cos’è diventata la riservatezza delle comunicazioni, una giungla, cazzo? Ma andiamo.

Guardi, dopo anni di esperienza sono anche convinto che vadano evitati come la peste i processi mediatici – tranne che per i più efferati crimini di sangue, squartamenti e orrori vari ad ore pasti – e che le toghe dovrebbero smettere di simulare fuori dall’aula un giudizio in corso, e che dovrebbero pure darci un taglio con il narcisismo autoreferenziale e con certe sentenze corsare, primi su tutti i giudici dei pool antimafia, quelli più desiderosi di successo – e io non ho niente contro di loro, sia ben chiaro, è che è proprio un dato oggettivo, indiscutibile!

Tornando al problema, mi scusi se ho puntualizzato ma sono cose che non possono essere taciute, farlo sarebbe un crimine sostenuto dal vincolo dell’omertà corporativa eccetera, il “problema intercettazioni” ha ormai raggiunto livelli spaventosi. E sa qual’è il problema principale di questi strumenti “investigativi”? No? No. Glielo dice il Presidente della Cassazione allora: “Il principale problema risiede nell’abnorme e poco giustificata reiterazione nel tempo. Dovrebbero essere vietate le proroghe se nel periodo stabilito non si sono raggiunti risultati apprezzabili”. Cioè, se va bene finisce qua, se va male finisce qua comunque e tu i delinquenti la gente devi rispettarla, specialmente nel suo intimo, che cazzo! 60 giorni al massimo, non di più, magari avvertire prima l’indagato così non parla al telefono, vivaddio, gli affari come si fanno sennò?

E non è finita qua, c’è dell’altro, è un pozzo nero senza fondo questo sfacelo! Sempre secondo Carbone: “Andrebbe decisamente contrastata la prassi di trascrivere nei provvedimenti pagine e pagine di inutili intercettazioni”, di modo che l’opinione pubblica non possa giudicare moralmente e politicamente chi li governa e altre cose del genere. Si dovrebbe invece “richiamare per relationem, lasciandole riservate, le parti necessarie, motivandone la rilevanza nel processo in corso”. Ecco, diciamolo fino in fondo a questo punto: si dovrebbero vietare in toto le intercettazioni, e non lo dico per conflitto d’interessi. Mi pare una cosa semplice da fare, no?

Otello Semeraro, cittadino, Taranto

[Il signor Semeraro ha iniziato una causa nel 1962, anno della crisi dei missili cubani, che è finita giusto qualche mese fa, nel 2009, permettendogli di recuperare dal fallimento una somma pari a 188.314 euro.]

” … ”

Signor Semeraro?

” … ”

[Oops! Dimenticavo: il signor Semeraro purtroppo è morto, non cel’ha fatta a resistere ad appena 57 anni di processo. Ma gli eredi non temano, possono sempre chiedere, grazie alla legge Pinto, il risarcimento allo Stato per la lunghezza del processo, e poi chiedere un altro risarcimento per la lunghezza del processo sulla lunghezza del processo precedente. Le vie della giustizia sono sempre infinite.]

Dott. Klaus Barbie, ex capitano delle SS, Germania

“Sono in Italia dagli anni 70 (sotto l’egida del Vaticano), e ho sempre creduto che il problema fondamentale della giustizia risiedesse nella Costituzione. Si dovrebbero individuare in modo chiaro e formale, eventualmente sulla base di criteri indicati dal legislatore, i processi che devono avere la precedenza rispetto a quelli meno urgenti. Il Parlamento, insomma, deve indicare alla magistratura i reati da perseguire – non è possibile che ancora oggi esista la separazione dei poteri, retaggio montesquieano e ormai antiquato, sintomo di un’insopportabile maturità giuridica e democratica. Siamo nel 1930, insomma, non nel 2009! Il governo deve mettere in pratica ciò che pensa e vuole la gente. E la gente vuole solo alcuni, basilari accorgimenti: giustizia politicizzata, tribunali speciali, processi sommari, tortura come prova legale e nazionalsocialismo sano, vero e serio.”

(Foto: Deviantart)

(Pubblicato anche su ScaricaBile)

  1. Ciao, PETA! []
  2. Basta che non siano lefebvriani o legionari di Cristo. []

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Drop the Hate / Commenti (2)

#1

prefe
Rilasciato il 09.02.09

non è sufficientemente enfatizzata la presenza su ScaricaBile.

La prima volta te lo dico. Alla seconda faccio parlare le mani.

#2

Silent
Rilasciato il 19.02.09

lo leggo solo ora, bellissimo lpr.
gli faccio fare un giro per la rete, ok?

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